RIETI - Dall’acqua benedetta, quella che tanto bene nei periodi caldi e di siccità fa a piante e colture, alla grandine maledetta soprattutto dagli agricoltori....
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Lo scenario
«Le piogge primaverili e di giugno - spiega Antellini - accompagnate da una buona fioritura, fanno ben sperare per quello che riguarda la stagione olivicola. Quando le falde hanno possibilità di riempirsi e si contrasta la siccità e la sofferenza idrica delle piante, le olive vengono belle e ricche di prodotto. Le drupe crescono. Sono ottimista per quel che riguarda qualità e prodotto.Per le olive il nemico numero uno è la mosca, ma se le temperature vanno sotto i 20 gradi di notte e sopra i trenta di giorno non c’è motivo di allarmarsi e non si deve fare nulla». Riguardo la vendemmia, che si annuncia anch’essa buona, c’è da correre ai ripari nelle zone più colpite dalla grandine. «In questo periodo, con le piogge alternate alle belle giornate estive - osserva l’agronomo - è proprio la grandine il flagello delle viti. Dove non si segnalano agenti patogeni non occorre fare nulla mentre nei vigneti, dove la grandine ha fatto danni, bisogna disinfettare con idrossido di rame, naturalmente da parte di chi è autorizzato all’utilizzo di questo prodotto. Sperando ora che fenomeni violenti non si ripetano». Carlo Antellini spiega che la stagione delle piante da frutta, castagne, prodotti di bosco e sottobosco, se si instaura un regime piovoso di precipitazioni ogni 10-15 giorni che possano alternarsi ai periodi caldi, nel Reatino sarà buona. Produzioni negli orti comprese. Ne giova la qualità e la quantità dei prodotti, nonché i prezzi al consumo che non lieviterebbero come quando le produzioni scarseggiano. «Restano fondamentali - conclude l’agronomo - le prescrizioni degli esperti di non trattare le piante quando non ce n’è stretto bisogno e intervenire sempre sotto il parere di chi è deputato a esprimere pareri e consigli. In agricoltura non si deve mai improvvisare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero