Rieti, al Circolo di lettura gli studenti del Rosatelli incontrano lo scrittore Giordano Meacci

Rieti, al Circolo di lettura gli studenti del Rosatelli incontrano lo scrittore Giordano Meacci
RIETI - Lo scrittore e sceneggiatore Giordano Meacci è stato il protagonista dell’ultimo incontro promosso dal Circolo dei lettori dell’Istituto di Istruzione...

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RIETI - Lo scrittore e sceneggiatore Giordano Meacci è stato il protagonista dell’ultimo incontro promosso dal Circolo dei lettori dell’Istituto di Istruzione Superiore Celestino Rosatelli di Rieti.


Il suo primo romanzo, Il Cinghiale che uccise Liberty Valance è stato nel 2016 finalista al Premio Strega. Con Claudio Caligari e Francesca Serafini ha scritto la sceneggiatura di Non essere cattivo, designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione per l'Oscar al miglior film straniero del 2016.

Suggestivo, coinvolgente, profondo, ma anche simpatico e divertente. Così gli studenti definiscono l’incontro, che ha visto al centro vari scritti, approfonditi con l’autore. «Numerose – spiegano gli ideatori dell’iniziativa - sono le sue opere, tant'è vero che non è stata facile la selezione. L’autore ha ricordato l’insegnamento dello scrittore Vincenzo Cerami: “Quando scrivi tu non puoi commuoverti, emozionarti. Devi riuscire a dare senso del ricordo di quel sentimento che hai provato. Chiunque scriva sa che parte da una situazione scomoda. Comunque vada, ci sarà qualcosa di mancante, nella sua scrittura».


Con l’originalità dei loro interventi, gli studenti del Rosatelli hanno saputo emozionare l’autore, che ha partecipato al progetto di sensibilizzazione del Manifesto della Comunicazione non ostile, una carta che elenca dieci principi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete. Nel 2018 il Manifesto si è tradotto anche in un libro con dieci racconti nati dalla collaborazione tra il Salone del libro di Torino, la casa editrice Laterza e il Miur. Meacci ha sottolineato che è necessario diffondere pratiche virtuose per rendere la rete un luogo migliore, meno violento, più rispettoso e civile. Il Manifesto della comunicazione non ostile è un terreno fertile nel quale può nascere e svilupparsi il seme di cui si prendono cura i contadini digitali, ben consapevoli del fatto che comunicare non significa alzare muri, ma creare ponti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero