Rieti, Roberto Camurri presenta il suo romanzo "A misura d'uomo"

Roberto Camurri
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RIETI - E' fra i casi più in vista del panorama editoriale degli ultimi mesi, seguito dal profluvio di recensioni prodotte da stampa specializzata e generalista che continuano ad accompagnare "A misura d'uomo", il romanzo d'esordio dello scrittore emiliano Roberto Camurri. E sarà anche a Rieti che "A misura d'uomo" (edito da NN Editore), giovedì alle 18 alla libreria Moderna in via Garibaldi e poi alle 21.30 al Sazerac Caffè di via San Francesco (a ridosso del Ponte Romano), incontrando lettori, curiosi ed appassionati.


 

L'EMILIA ROMAGNA DI CAMURRI

Fabbrico è il piccolo paese natio del 36enne Camurri, puntino sulla mappa dell’Emilia, poche anime, due strade, i campi intorno e il cielo d’ovatta. E' qui che nasce l’amicizia tra Davide e Valerio, ed è qui che una sera d’estate Davide incontra Anela e se ne innamora, trasformando così la ragazza nel perno e nello scoglio su cui naufraga la loro amicizia. Così Valerio a un certo punto sceglie di andarsene, mentre Davide si perde e resta privo della sua unica occasione di felicità. A Fabbrico, però, vivono anche Elena e Mario, Maddalena, Luigi, Giuseppe e la vecchia Bice, che al bar accoglie tutti per un caffè o una sambuca. Un romanzo che si dispiega a racconti, dove i personaggi lottano districandosi fra amore, morte, fiducia ed amicizia per liberarsi da un inspiegabile senso di colpa. La risposta, però , è da ricercare soltanto nella loro terra, per dare sostanza e forma alla memoria e al tempo di chi vive a Fabbrico.
 

L'OMAGGIO A CELATI, NORI E TONDELLI

Ed è nel paese natio che Camurri ambienta il suo esordio letterario, destreggiandosi fra le visioni percepite della propria educazione sentimentale, attingendo a piene mani dall'esperienza di chi, prima di lui, ha trasposto l'anima bucolica e solitaria dell'Emilia Romagna, da Gianni Celati a Paolo Nori - guarda caso tutti emiliani doc - e chiedendo in prestito quel tanto di cultura moderna americana che Pier Vittorio Tondelli aveva correttamente identificato nel raccontare la sua Emilia permeata di tendenze d'oltreoceano, preparando così, all'inizio degli anni Ottanta, la netta sterzata postmoderna della letteratura italiana.

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Il Messaggero