La Riserva dei Laghi apre il confronto con gli Atc per la gestione dei cinghiali sul territorio

La Riserva dei Laghi apre il confronto con gli Atc per la gestione dei cinghiali sul territorio
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RIETI - I rappresentanti della Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile e quelli dell’Atc Rieti 2 si sono incontrati con per una disamina delle problematiche che riguardano la presenza dei cinghiali sul territorio che insidiano non poco le produzioni agricole. Hanno partecipato all’incontro il commissario Guido Zappavigna e il direttore Vincenzo Lodovisi per l’area protetta e Belisario Filippi e Giorgio Pettine rispettivamente Presidente e Direttore dell’Atc Ri/2.

I rappresentanti dell’Atc che gestisce l’attività venatoria hanno espressa la preoccupazione per l’accresciuta presenza dei cinghiali nei Comuni (Poggio Bustone, Rivodutri, Colli sul Velino, Contigliano e Greccio) della piana reatina comunicando di aver attivato un piano per l’abbattimento selettivo che prevede un congruo numero di postazioni all’esterno dell’area protetta, sollecitando la riserva a fare altrettanto. I rappresentanti della Riserva Naturale mostrando attenzione a quanto si svolge ai loro confini hanno esibito i contenuti della strategia messa a punto nel mese di luglio e che sarà operativa fino a fine anno.

«Abbiamo insediato un gruppo di lavoro che monitora la situazione nei territori più esposti attraverso la verifica della consistenza dei danni denunciati – afferma il Commissario Zappavigna – l’avvistamento degli animali e la gestione delle gabbie di cattura in zone più frequentate. Il nostro è un approccio pragmatico senza preclusione per alcuna misura, compresa quella degli abbattimenti, ma che deve aderire per forza di cose al piano di contenimento approvato dalla Regione Lazio che tiene conto di molte variabili (numero delle denunce, entità del danno, efficacia dei mezzi di contenimento); siamo fiduciosi per i risultati perché nei primi dieci giorni di gestione delle gabbie sono state effettuate dodici catture».

«I dati in nostro possesso e registrati su un arco temporale di cinque anni dimostrano che il mezzo di contenimento più efficace ed efficiente è di gran lunga la cattura perché consente il prelievo del maggior numero di esemplari sia in assoluto che in relazione al personale impegnato – ha affermato il direttore – perciò allo stato delle cose pensiamo di aumentare il numero di gabbie e di vigilare monitorando costantemente la situazione pronti a cambiare strategia ove si renda necessario».

Le parti si sono impegnate a rimanere in contatto scambiandosi dati e risultanze delle attività al fine coordinare le attività al di fuori e dentro l’area protetta. A breve sarà sollecitato un incontro anche con l’Atc Rieti 1 che ha competenza sulla parte reatina della Riserva.

 

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Il Messaggero