Rieti, allarme a Vazia: la Regione dà l’ok a smaltire i rifiuti

Impianto di pirolisi (foto d'Archivio)
RIETI - Allarme a Vazia: la Regione dà l’ok a smaltire i rifiuti. L’Area di Valutazione di impatto...

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RIETI - Allarme a Vazia: la Regione dà l’ok a smaltire i rifiuti.

L’Area di Valutazione di impatto ambientale della Regione Lazio dà parere favorevole all’impianto di pirolisi, la struttura per la decomposizione termochimica di rifiuti derivanti da imballaggi in plastica, proposta dalla società Ecologic World per produrre olio e gas combustibile utilizzabili per generare energia elettrica in via Fornaro, a Vazia.
Superata la sospensione dei procedimenti bloccati dall’emergenza sanitaria, si accendono di nuovo i riflettori sulla zona di competenza del Consorzio industriale di Rieti, dopo già la lunga battaglia condotta dal comitato “La Rotonda” contro l’edificazione dell’impianto di biometano che sarebbe dovuto sorgere a pochi metri dalla struttura dedicata alla pirolisi, culminata nella decisione finale del Consorzio di revocare la concessione del terreno individuato per la costruzione del biometano.

Valutazioni contrastanti
Nella nota del 28 maggio scorso, la Regione ha dato parere favorevole alla realizzazione dell’impianto della Ecologic World, elencando però una lunga serie di prescrizioni alle quali l’attività dovrà essere sottoposta e che riguardano perlopiù la corretta gestione dei processi legati alle operazioni di pirolisi. Il progetto della società Ecologic World è infatti attualmente sottoposto alla procedura di Valutazione di impatto ambientale della Regione, che il prossimo 15 giugno convocherà la prima Conferenza dei servizi, così da valutare i pareri espressi dalle amministrazioni interessate dall’edificazione dell’impianto. Per la Provincia di Rieti, però, «la documentazione presentata» dalla Ecologic World «non risulta completa e i dati forniti non sono sufficienti ad autorizzare l’azienda».
In particolare, nella relazione redatta da uno studio esterno a favore dell’ufficio tecnico provinciale, alla società sono richiesti una serie di chiarimenti di natura tecnica fra cui l’adempimento che «la società deve individuare le zone ove stoccare i rifiuti solidi provenienti dal processo e dall’attività di selezione e non riutilizzabili» e la necessità di «fornire il progetto degli impianti di trattamento delle emissioni», comprensivi delle loro caratteristiche «per il rispetto dei limiti» delle emissioni stesse. L’ufficio Ambiente del Comune di Rieti, invece, il suo parere lo aveva già espresso ad ottobre 2019, sostenendo che «in considerazione del fatto che il rifiuto utilizzato per alimentare l’impianto» giunga «già trattato, si ritiene opportuno precisare l’origine del prodotto al fine di avere conoscenza della filiera ipotizzata e non generica».

Secondo il Comune di Rieti, poi, «si ritiene opportuno considerare la lavorazione proposta tra quelle elencate nelle industrie insalubri per la trasformazione di materie plastiche e pertanto necessita la dimostrazione del rispetto» del regolamento comunale, il quale specifica «le distanze minime di rispetto dalle abitazioni e dagli insediamenti sensibili» come scuole, ospedali e carceri. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero