Rieti, doccia fredda della Regione Lazio: nessuna assunzione all'ospedale de Lellis Il pronto soccorso resta in emergenza

Rieti, doccia fredda della Regione Lazio: nessuna assunzione all'ospedale de Lellis Il pronto soccorso resta in emergenza
RIETI - «Pronto soccorso in emergenza: arrivano gli aiuti. La Regione dà l’ok per l’assunzione di altro personale». Titolavamo così domenica 25 gennaio la prima pagina...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - «Pronto soccorso in emergenza: arrivano gli aiuti. La Regione dà l’ok per l’assunzione di altro personale». Titolavamo così domenica 25 gennaio la prima pagina dell'edizione di Rieti de Il Messaggero, dando notizia della decisione della Regione di trovare una soluzione ai problemi che affliggono il pronto soccorso e sottolineando anche che da Roma, finalmente, si era capito che il problema non era più solo emergianziale, ma era diventato strutturale.




Bene, cancellate tutto: non è vero nulla. La possibilità di assumere, come comunicato ieri dalla Regione al direttore generale della Asl, Laura Figorilli, sarà possibile solo per sostituire personale in lunga malattia al pronto soccorso. Personale che al de Lellis non c’è. Quindi: nessuna assunzione.



«Siamo costretti a rimarcare - denuncia Marino Formichetti della Uil-Funzione pubblica - che, per la Regione il problema della carenza di personale al de Lellis non esiste. Ci chiediamo se il continuo aumento della mobilità passiva non sia motivo di riflessione e qualcuno abbia preso coscienza dei tanti interinali, precari da 6, 7 e 8 anni che stanno lasciando la nostra azienda per prendere servizio, con contratti normali, nelle aziende delle regioni limitrofe alla nostra, in primis l'Umbria. Una realtà, quest’ultima che metterà in difficoltà insuperabili interi reparti che si vedono da un giorno all’altro privi di quel personale rimasto fino ad ora con noi perché illuso da rassicurazioni mai concretizzate.



Siamo stanchi, il personale è esausto, demoralizzato e demotivato, l’età media dei nostri professionisti è sempre più alta, i più giovani scappano e lasciano un’azienda e una Regione che non offre loro certezze per il futuro. Il presidente Zingaretti ha già fatto sapere che la sanità della Regione uscirà dal commissariamento probabilmente già dal 2016; speriamo però che si volti indietro prima per guardare verso la nostra sanità che non resisterà tanto. E’ proprio il caso di dire: “ l’intervento è perfettamente riuscito ma il paziente è morto”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero