RIETI - La Regione Lazio, nella definizione della nuova rete oncologica per la prevenzione e la cura del tumore alla mammella, ha riconosciuto l’ospedale de’ Lellis come...
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Tra i requisiti per il riconoscimento dei centri senologici, non solo il numero di casi trattati, ma anche la complessità degli stessi. A Rieti, tra i 360 casi operati nel triennio 2012-14, si è registrato un incremento del 30% di interventi per patologia maligna, con un costante aumento soprattutto di interventi di chirurgia radioguidata (Radioguided Occult Lesion Localization e Sentinel Node Occult Lesion Localization) per la cura di tumori di piccolissime dimensioni che, di fatto, hanno portato l’ospedale reatino tra i primi nel Lazio nell’utilizzo di queste metodiche.
Un altro presupposto che ha favorito la scelta da parte del gruppo di lavoro regionale, è stata l’analisi degli interventi di chirurgia plastica di ricostruzione immediata dopo mastectomia, ritenuto un requisito fondamentale oltre che un indicatore di qualità.
Dal 2012, circa 40 sono stati gli interventi di posizionamento di espansori tissutali e protesi definitive mono o in alcuni casi anche bilaterali, oltre a quelli meno complessi di oncoplastica che hanno garantito alle donne reatine un risultato estetico migliore.
L’attività chirurgica senologica negli ultimi quattro anni è stata svolta dai chirurghi reatini Paolo Anibaldi e Michele Paolocci che, insieme a personale infermieristico adeguatamente formato, ha raggiunto standard qualitativi elevati, contribuendo al conseguimento di questo riconoscimento senza il quale oggi le donne della nostra provincia sarebbero sicuramente penalizzate.
“L’importante riconoscimento - sottolineano Anibaldi e Paolocci - premia il lavoro svolto all’interno dell’Asl dal gruppo multidisciplinare composto da radiologi, patologi, chirurghi, radioterapisti, oncologi e infermiere dedicato che, all’interno di uno specifico percorso clinico diagnostico-terapeutico, prende in cura le donne affette da tumore della mammella. L’individuazione di specifici parametri da parte di un pool di esperti, di fatto recepisce quanto già riportato nel documento del maggio 2014 dal gruppo di lavoro per la definizione dei Centri senologici, istituito presso il ministero della Salute”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero