Rieti, Referendum: il "sì" o il "no" di politici e amministratori del Reatino

Referendum
RIETI - Domenica e lunedì i reatini saranno chiamati alle...

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RIETI - Domenica e lunedì i reatini saranno chiamati alle urne per il referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari: da 630 a 400 deputati, da 315 a 200 senatori. A differenza del referendum abrogativo non è previsto un quorum. Il Messaggero ha sentito alcuni esponenti politici locali sulle intenzioni di voto. «Come Pd abbiamo votato sì all’ultima lettura della Camera e quindi devo essere coerente con il voto espresso. Ma nota la nostra posizione: questo taglio deve essere accompagnato da una riforma elettorale e del regolamento delle Camere. Mi sembra poi che lo si stia caricando di troppi significati, che non ha», afferma Fabio Melilli, deputato e presidente della Commissione bilancio. Di parere opposto il collega Alessandro Fusacchia (gruppo misto): «Sono da sempre per il no. Lo sono orgogliosamente, da quando era ancora molto scomodo prendere questa posizione. Alla Camera all’ultima votazione siamo stati solo in 14 a votare contro. Il punto per me è semplice: con il taglio dei parlamentari avremo più casta, non meno. Perché tutto sarà nelle mani di pochi capi partito, che selezioneranno i futuri parlamentari». Paolo Mattei, coordinatore provinciale della Lega: «Personalmente voto no, Salvini coerentemente vota sì ma per fortuna la Lega non è caserma, non obbliga nessuno sul referendum, espressione massima della democrazia. Il taglio orizzontale creerà una perdita di rappresentanza parlamentare delle popolazioni del centro sud di oltre un terzo». E come altri pensa che «il risparmio è un falso problema», basterebbe tagliare gli stipendi. A schierarsi per la sforbiciata è il capogruppo dem in consiglio comunale, Alessandro Mezzetti. «Ho riflettuto molto - afferma - alla fine voterò sì. È chiaro che questo è un primo passo per cambiare le cose e da qualche parte bisogna pure iniziare. Fino a qualche giorno fa avrei votato no, poi ho sentito Zingaretti che mi ha fatto spostare dall’idea iniziale». Il coordinatore cittadino di FdI: «Il nostro partito ha lasciato libertà di coscienza - dice Matteo Carrozzoni. - Personalmente sono contrario a questo taglio. Voterò no perché il nostro piccolo territorio da una riduzione della rappresentanza non potrà che avere un danno». Il consigliere comunale Andrea Sebastiani (gruppo misto): «Voto no, perché con l’allargamento dei collegi potrà fare politica solo chi avrà più soldi o chi verrà finanziato da soggetti esterni». Simone Labonia (Forza Italia): «No a una riforma che rischia di trasformarsi in pericoloso strumento di azione in grado di ledere irrimediabilmente il sistema democratico».

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Il Messaggero