Rieti, Pietropaoli e altri 4 presidenti di A: «Stop a stagione e a giochi di potere, ora regole e certezze per il futuro, altrimenti siamo fuori»

Il Real Rieti in una delle ultime uscite prima dello stop (foto Meloccaro)
RIETI - Un comunicato congiunto per dire basta alla stagione 2019/20, ma non solo. Pesaro, Acqua&Sapone, Real Rieti, Came Dosson e Sandro Abate Avellino, ovvero le squadre...

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RIETI - Un comunicato congiunto per dire basta alla stagione 2019/20, ma non solo. Pesaro, Acqua&Sapone, Real Rieti, Came Dosson e Sandro Abate Avellino, ovvero le squadre della serie A di futsal che avevano dato inizialmente disponibilità alla chiusura della stagione, chiedono anche certezze e regole per il futuro e lanciano un messaggio a quelle squadre che, prima ancora dello svilupparsi dei fatti relativi all'emergenza coronavirus, hanno scelto la linea della "chiusura anticipata". Parole quelle del patron del Real Rieti, Roberto Pietropaoli, e degli altri 4 presidenti, destinate inevitabilmente a smuovere le acque e, alle quali, si attende una replica, magari proprio dalla Divisione, chiamata in causa non solo per le sorti di questa stagione, ma anche e sopratutto sulle richieste per il futuro della serie A e della disciplina. 


Il comunicato 
"Nella giornata di venerdì 17 aprile c.a., si è tenuta una conference call alla quale hanno preso parte i presidenti delle società Italservice Pesaro, Acqua&Sapone, Real Rieti, Came Dosson e Sandro Abate, vale a dire i cinque club che avevano dato la loro disponibilità alla prosecuzione della stagione 2019/2020.

Ma le scriventi, constatate le divergenze tra i vari consiglieri del Direttivo hanno deciso di fermarsi qui perché non interessati ad alcun tipo di “giochi di potere” che danneggia l'immagine di questo sport e non porta rispetto a chi fa enormi sacrifici a chi fa del tutto per portare avanti il movimento. 

Va da sé, però, che le stesse presenteranno la loro domanda di partecipazione alla stagione 2020/2021 solo a determinate condizioni:
- controllo scrupoloso di garanzia sull'ammontare dei contratti depositati in Divisione;
- controlli periodici sui pagamenti degli emolumenti mensili da parte degli organi preposti;
- una serie A con un numero di squadre partecipanti non superiori alle 16 unità;
- aumento dell'ammontare della garanzia fideiussoria od incremento della tassa d’iscrizione. 


«In quanto uomini di sport, sempre pronti a sostenere una disciplina che già di per sé deve fare i conti con una serie di problematiche, un numero considerevole di pregiudizi, oltre all’impossibilità di avere una Lega propria, i presidenti delle cinque società sopracitate puntualizzano – a scanso d’equivoci – che è legittimo in questo momento dare priorità alla salvaguardia della salute dei calcettisti, ma ritiene altresì prematuro ed affrettato l’atteggiamento assunto da determinate realtà, che ancor prima di analizzare l’andamento dell’emergenza sanitaria e la sua evoluzione complessiva, hanno scelto la strada della chiusura anticipata».
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Il Messaggero