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RIETI - I lucidi e tesi racconti delle due rapine rievocati in aula dalle due cassiere del supermarket “Tigre amico” di via Paolessi. Partito davanti al collegio del tribunale di Rieti (presidente De Angelis, giudici a latere Bova e Marinelli) il processo a carico del 46enne reatino S.M., ritenuto dalla Procura reatina (pm Lorenzo Francia) responsabile della doppia rapina messa a segno nel supermercato, a Regia Pacis, il cui bottino fruttò complessivamente circa 6mila euro. È il 23 aprile 2019, sono circa le 13.30, il cambio di turno: «Apri la cassa sbrigati, è una rapina muoviti! Se ti comporti bene non succederà nulla»: queste le parole del rapinatore che sbuca alle spalle della cassiera mentre lei è in piedi. Guanti da giardinaggio, un lungo coltello da cucina nella mano sinistra, volto travisato, alto, scarpe da ginnastica. La dipendente esita a digitare il codice di sblocco del registratore mentre il rapinatore la incalza puntandole la lama al costato: «Non mi ha fatto del male, ho sentito solo il pizzico della punta del coltello sul fianco». L’uomo preleva quanto c’è in cassa e la commessa lo vede allontanarsi a piedi con un’andatura lievemente claudicante. Poi il racconto della rapina del 4 aprile - 19 giorni prima - da parte di un’altra dipendente del Tigre, su quella rapidissima sequenza «durata non più di 5 secondi». Sono da poco trascorse le 11: il malvivente le piomba alle spalle mentre lei è seduta: cappuccio, sciarpa rossa e nera, occhiali scuri, voce tremula, accento locale, agitato nel brandire un coltello. La donna gli apre subito il cassetto e lui arraffa quanto c’è in cassa. Anche questa cassiera nota un’andatura leggermente incerta, rilevando però un’altezza medio-bassa.
Le indagini
In aula anche gli investigatori della III Sezione della Squadra mobile di Rieti che hanno condotto le indagini coordinate dal dirigente Antonella Maiali e l’ausilio del personale tecnico della polizia Scientifica che esaminò i filmati del circuito di videosorveglianza, tra comparazioni, esami antropometrici e biometrici sui due episodi per poi concluderegiungere alla conclusione che si sarebbe trattato dello stesso autore. Davanti al collegio del tribunale la deposizione di uno degli investigatori che ha ricostruito alcuni aspetti di maggiore rilievo: intercettazioni ambientali dell’agosto 2019, la Toyota Yaris notata circolare a bassa velocità prima delle rapine, l’allontanamento del rapinatore dopo il colpo in una via laterale (via Tosi) e la presunta fuga a bordo di un’auto verde. Al termine dell’attività investigativa il 46enne reatino fu colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Rieti su richiesta del pm Lorenzo Francia. Su di lui gravavano precedenti penali specifici per due precedenti rapine; una presso la farmacia di Borgo Quinzio, l’altra al Conforama.
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Il Messaggero