Rieti, la fiction "Il Nome della Rosa" porta il Reatino su Rai Uno

Rocchettine
RIETI - Il castello di Rocchettine da lunedì in prima serata su Rai Uno. E' una delle location dove sono state effettuate le riprese della serie tv «Il Nome della...

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RIETI - Il castello di Rocchettine da lunedì in prima serata su Rai Uno. E' una delle location dove sono state effettuate le riprese della serie tv «Il Nome della Rosa», la fiction Rai ispirata al celebre best seller di Umberto Eco. Tra le location, appunto, anche la Sabina, col castello di Rocchettine divenuto set cinematografico nel borgo ormai disabitato nel territorio di Torri in Sabina. Le riprese sono state realizzate la scorsa primavera quando sono arrivati in Sabina gli attori che interpretano i protagonisti della storia che vedremo nei lunedì di marzo su Rai Uno. Otto episodi condensati in 4 puntate. Nel cast che ha girato anche a Torri in Sabina, nomi importanti del calibro di John Turturro e Rupert Everett.

Nell'antico borgo e nel castello di Rocchettine il protagonista John Turturro ha interpretato il ruolo di Guglielmo da Baskerville, il monaco francescano del XIV secolo che indaga su una serie di macabri omicidi, e sul suo antagonista, l'inquisitore Bernard Gui interpretato da Rupert Everett. Tra gli altri attori della fiction nomi del calibro di Fabrizio Bentivoglio, Greta Scarano, Stefano Fresi e Piotr Adamczyk. Il cast internazionale ha girato molte delle riprese della fiction nel centro Italia tra Abruzzo e Lazio tra cui nel Comune di Torri in Sabina, ben lieto di ospitare la troupe che ha realizzato la serie, diretta da Giacomo Battiato, e ispirata non solo al romanzo di Umberto Eco, ma anche al film che era stato tratto dall'omonimo libro con protagonista, in quel caso, nei panni di Guglielmo da Baskerville, il grande Sean Connery. «Una bella vetrina - spiega il sindaco Michele Concezzi. - Il fatto che ci abbiano scelti per una fiction così importante dimostra ancora una volta quanto la nostra zona sia ricca di bellezze naturalistiche, storiche, archeologiche e monumentali». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero