Rieti, cartella clinica umanizzata: si parte da Radioterapia e Oncologia

Rieti, cartella clinica umanizzata: si parte da Radioterapia e Oncologia
RIETI - La Asl Rieti ha promosso il convegno sulla «Cartella Clinica Umanizzata» sui temi della qualità, empatia, comunicazione, quali strumenti per...

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RIETI - La Asl Rieti ha promosso il convegno sulla «Cartella Clinica Umanizzata» sui temi della qualità, empatia, comunicazione, quali strumenti per implementare il percorso di «umanizzazione» nella relazione operatore-paziente.


Tale progetto, che nasce da una collaborazione con la dottoressa Rosalba Panzieri, è stato sperimentato presso altre Aziende sanitarie e ha dato esiti sorprendenti in termini di partecipazione, alleanza terapeutica, riduzione dell’ansia da degenza.

Presso l'Asl di Rieti si svolgerà la sperimentazione della Cartella Clinica Umanizzata in primis nelle Unità di Radioterapia ed Oncologia, proprio in considerazione della particolare «fragilità» del paziente oncologico dove la diagnosi di malattia determina quella frattura esistenziale che implica un ribaltamento di prospettive tra passato, presente di malattia e un futuro non più presagibile.

La scrittrice Rosalba Panzieri ideatrice del progetto durante il Convegno ha illustrato le modalità operative per l'applicazione dello strumento per affermare una medicina basata sulla Centralità dell'individuo.

Partendo dalla convinzione che non si può curare ciò che non si conosce e non si può conoscere nessuna persona a cui venga impedito di raccontarsi, lo strumento del «modello narrativo» per la cartella clinica permette alla persona ricoverata di scrivere quali paure e quali gioie hanno contraddistinto la sua esistenza, i suoi progetti, ma anche la sua visione della malattia, le sue paure, le sue fragilità nonchè le aspettative per il futuro, raccontandosi, naturalmente in maniera volontaria, e facendosi conoscere meglio dai professionisti che devono prendersi cura non solo della sua malattia ma dell’ individuo nella sua globalità.

Tali informazioni saranno inserite, previo consenso, all’interno della cartella clinica del paziente al fine di “aiutare” i professionisti nella conoscenza dei loro pazienti.


Il progetto, organizzato in sperimentazione clinica, ha ottenuto il Patrocinio del Cnr.


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Il Messaggero