Rieti, raccolta sangue: le sedi comunali avis della provincia sono sempre pronte a operare

Rieti, raccolta sangue: le sedi comunali avis della provincia sono sempre pronte a operare
RIETI - «Ancora una volta ci troviamo costretti a ritornare sulla questione inerente alla raccolta sangue sul territorio provinciale. L’estate è ormai arrivata,...

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RIETI - «Ancora una volta ci troviamo costretti a ritornare sulla questione inerente alla raccolta sangue sul territorio provinciale. L’estate è ormai arrivata, le attività di routine ospedaliera dopo l’emergenza COVID-19 sono riprese, ma i problemi che affliggono le nostre sedi comunali rimangono immutate. Ci riferiamo alla cronica mancanza di personale medico in capo al Trasfusionale di Rieti e alla relativa difficoltà di raccogliere sangue nelle comunali AVIS sparse sul territorio». afferma il presidente Avis Provinciale Rieti OdV - Giuseppe Zelli.


«L’estate porta da sempre nei numeri, una carenza di sangue ed un successivo aumento delle donazioni. L’ASL di Rieti pensa di avere una Ferrari ma poi non ci mette la benzina ed allora è tutto inutile. Come AVIS provinciale, noi siamo presenti da sempre sul territorio e pronti con i nostri donatori a dare il nostro contributo. Ma se non abbiamo a disposizione il personale, i nostri volontari rimarranno disponibili ma fermi». 

«Ci spiace constatare ancora una volta che, nonostante le nostre continue sollecitazioni, l’azienda ASL rimanga ancora in silenzio sulle tematiche ormai note che non ci consentono di programmare adeguatamente le donazioni nelle sezioni sparse nella provincia. Siamo rammaricati che il cittadino debba fare appello per la carenza di sangue, quando i donatori sono ormai in attesa di donare su tutto il territorio. Ne si può pretendere che un donatore, per quanto solidale e pieno di altruismo, possa sobbarcarsi trasferte verso il trasfusionale di Rieti di 50-60 chilometri, solo perché non è possibile donare in sedi adeguate dal punto di vista sanitario ma non utilizzabili nei fatti per mancanza di personale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero