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RIETI - «Con un atto senza precedenti nella storia repubblicana della Provincia di Rieti viene spostato un neo eletto nella Rsu per “fumose incompatibilità”. Ci sia consentita la seguente e fondamentale cronostoria. Già il 25 febbraio 2022 (data di scadenza per la presentazione delle liste per il rinnovo delle RSU) dopo pochissimo tempo dal ricevimento della lista UIL FPL, sembrerebbe che “qualcuno” si sia rivolto ad un candidato uil fpl evidenziando che, in caso di elezione, la presenza nel posto ricoperto sarebbe stata a quel punto incompatibile (in base a quale incompatibilità prevista dalle leggi non è dato saperlo…) e quindi sarebbe stato spostato», si legge nella nota del segretario provinciale della Uil Fpl, Domenico Teodori.
«Dalle parole ai fatti. In data 18 Marzo 2022 con delibera del Presidente n. 26 “Approvazione piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Ptpct) 2022-2024.”, viene introdotta una norma ad hoc (a parere della UIL FPL non attinente con corruzione e trasparenza), con la quale, di fatto, cancella 52 anni di vigenza della Legge 300/70 (statuto dei lavoratori)! Da questo momento, improvvisamente, gli eletti Rsu che lavorano all’ufficio personale divengono incompatibili con le proprie mansioni, sino ad allora svolte senza aver ricevuto alcun appunto di sorta.
«Ad oggi le nostre richieste sono rimaste inascoltate! Siamo dispiaciuti dell’accaduto e non era nei nostri innocenti e sani pensieri che, viste le buone relazioni sindacali finora riscontrate con l’Ente Provincia di Rieti, si potesse arrivare a scrivere ed approvare nel 2022 una norma illegittima tesa a limitare le libertà sindacali sancite dallo Statuto dei Lavoratori in epoca repubblicana, non prima di aver visto il sacrificio della vita a tanti sindacalisti in difesa dei diritti dei lavoratori tutti, senza distinzione di qualifiche esecutive e di “comando”, inclusi anche i diritti relativi agli “ideatori” e firmatari della disposizione de quo!».
«Non avendo avuto risposte, nostro malgrado, siamo costretti a rivolgerci al Giudice del Lavoro per chiedere la condanna per comportamento antisindacale e la revoca della infelice norma, perché vogliamo credere che chi cerca giustizia talvolta trova nella Legge risposte certe a soprusi estemporanei e discriminatori che applicando riflessione, professionalità e buon senso sarebbero opportunamente evitati, ricordando altresì (ed è davvero triste ribadirlo nel XXI secolo…), che comunque va garantita e non aprioristicamente offesa la professionalità di ogni dipendente-lavoratore che, laddove ne fosse dimostrato un qualche comportamento colposo, doloso e/o di manifeste incompatibilità amministrative, le attuali norme contrattuali e giuridiche ne individuano già le sanzioni».
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