Rieti, prostituzione nel b&b: i clienti raccontano gli incontri a luci rosse

L'operazione del 2018
RIETI - C’era Anica, Ionela e Roxana oppure Mariulanda, Camelia e Mariaelena: ogni rapporto sessuale aveva un costo di 50 euro tra le calde mura del b&b Holiday a Santa...

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RIETI - C’era Anica, Ionela e Roxana oppure Mariulanda, Camelia e Mariaelena: ogni rapporto sessuale aveva un costo di 50 euro tra le calde mura del b&b Holiday a Santa Rufina di Cittaducale, dove le ragazze guidavano telefonicamente i propri clienti, indicando loro la strada, il luogo e, infine, il numero della porta a cui bussare. 


Davanti al collegio del tribunale di Rieti (presidente Carlo Sabatini, giudici a latere Alessio Marinelli e Massimiliano Auriemma), sfilano i testi della Procura, tutti clienti che, nel periodo tra il 13 febbraio 2016 e il marzo 2018, hanno usufruito delle prestazioni sessuali a pagamento presso la struttura ricettiva, di cui era titolare l’80enne F.P., oggi imputato nel processo a suo carico, con accuse che vanno dalla trasgressione delle attuali normative sulla locazione a extracomunitari privi di permesso di soggiorno fino alla violazione della normativa sull’immigrazione e reati inerenti la legge Merlin. Tutti addebiti rispetto ai quali l’uomo (difeso di fiducia dall’avvocatessa Daniela Munzi) aveva preso le distanze, ribadendo che le donne erano semplici locatarie e di non essere egli a conoscenza delle loro attività all’interno degli appartamenti.

Le indagini
Però, secondo le risultanze investigative dei carabinieri di Cittaducale, quei piccoli bilocali erano delle vere e proprie alcove hot, adibite alla prostituzione e abitualmente frequentate da insospettabili reatini di varie età, ma anche da molti clienti provenienti dalle limitrofe province di Roma, Terni e L’Aquila. Presso la struttura di via Leonardo Da Vinci, le donne - extracomunitarie (brasiliane, colombiane), ma anche dell’Europa dell’est - avrebbero esercitato nel b&b attività di meretricio “mordi e fuggi” per brevi periodi, servendosi dei 5 miniappartamenti posti al primo piano dell’edificio. 
Quasi fotocopie le testimonianze dei clienti in aula: gli annunci venivano reperiti online nel sito internet “Bakekaincontri” in cui si auto-pubblicizzavano bellissime e disinibite donne, con tanto di immagini più o meno esplicite, tariffe e relative prestazioni. Il parcheggio rimaneva a pochissimi metri dai piccoli appartamenti in cui alloggiavano le donne. 


Una volta scesi dal veicolo, pochi passi e si era all’interno. Secondo le testimonianze fornite dai testi, nessuno aveva mai incrociato o notato altre persone al momento del loro arrivo. C’erano frequentatori più o meno abituali ed altri saltuari, chi raggiungeva la struttura durante il giorno e chi, invece, di notte. Il costo della prestazione era sempre di 50 euro. Processo che si aggiorna al prossimo mese di maggio, quando saranno ascoltati altri clienti e gli operanti, i militari dell’Arma di Cittaducale che effettuarono una lunga e capillare attività investigativa fatta anche di lunghi appostamenti per individuare il flusso di clienti. Le straniere - secondo l’accusa - si sarebbero alternate all’interno di 4 mini appartamenti posti al piano terra della struttura ricettiva messa a disposizione dal gestore, assicurando un turn over settimanali, in cambio del pagamento di un canone giornaliero di locazione.

 

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Il Messaggero