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RIETI - La vittima era seduta su una panchina, quando venne rapinata della propria borsa da un 27enne nigeriano, che le inveì contro, minacciandola con un coltello da cucina. Ieri l’imputato si è sottoposto ad esame, spiegando le “ragioni” del suo gesto e chiedendo “scusa” alla donna, una reatina di 70 anni, aggiungendo, in lacrime, che «non le avrebbe fatto mai del male».
La ricostruzione. In aula, davanti al collegio del tribunale di Rieti (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli), l’apertura del processo per la rapina aggravata, avvenuta alle 15.44 del 27 aprile scorso, sul lungovelino Bellagamba, con l’ascolto degli agenti intervenuti (Squadra volante e Squadra mobile della questura di Rieti) al momento della rapina. Proiettate le immagini delle due telecamere presenti all’altezza del bar ristorante “Lungovelino caffè” e che, pur non riprendendo la sequenza della rapina, filmarono l’arrivo dello straniero, le sue mosse di osservazione e preparazione, dove si vede studiare l’area, tornare indietro, soffermarsi, tornare avanti per poi essere immortalato - commessa la rapina - mentre si allontanava di corsa, «con in mano un oggetto scuro di una certa grandezza», verosimilmente la borsa rubata alla donna. Oltre alla sua ammissione in aula, anche le immagini della sua maglia vistosa e delle scarpe colorate riprese dalle telecamere.
La dinamica. La donna, alla vista del coltello e delle minacce, si lasciò prendere la borsa, appoggiata sulla panchina, accanto a lei, chiedendo all’aggressore di prendere i soldi e di risparmiarle il telefonino e i documenti. Il 27enne - sottratta la borsa con tutti gli effetti personali - si allontanò, ma in quel momento - prima ancora della segnalazione della sala operativa della questura - fu intercettato da un pattuglia della Squadra volante, impegnata in un controllo, che lo raggiunse subito. Lo straniero però sfuggì inizialmente alla cattura, addentrandosi nel folto della vegetazione delle sponde del fiume, per poi saltare in acqua, sorreggendosi a un ramo per non essere visto.
Gli agenti, però, dopo averlo individuato, saltarono a loro volta in acqua per bloccarlo, mentre l’uomo opponeva resistenza all’arresto. Sull’erba era stato poi rinvenuto un coltello da cucina con il manico in plastica arancione. Subito arrestato dagli agenti della Volante, indagini e accertamenti investigativi furono poi eseguiti dalla Squadra mobile di Rieti. Il giovane, che il giorno antecedente alla rapina era stato sfrattato di casa insieme alla propria compagna incinta, ha detto all’assise del tribunale di Rieti, di aver consumato la rapina perché, dopo lo sfratto, lui e la compagna avevano bisogno di denaro per poter mangiare e dormire. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero