Rieti, B&b a luci rosse: «Il titolare era all’oscuro»

Il bed and breakfast
RIETI - Orari, affitti, prestazioni nel b&b Holiday. In aula - tra i testi del pubblico ministero - uno dei clienti che in passato aveva frequentato quello che, dagli esiti...

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RIETI - Orari, affitti, prestazioni nel b&b Holiday. In aula - tra i testi del pubblico ministero - uno dei clienti che in passato aveva frequentato quello che, dagli esiti investigativi dei carabinieri, era, di fatto, un bed and breakfast “a luci rosse”, dove donne straniere avrebbero avuto in locazione dei mini appartamenti della struttura, in cui si prostituivano con clienti occasionali.

La ricostruzione. Prima avveniva il contatto telefonico con la donna, il cui numero di cellulare - corredato da un ampio book fotografico - veniva reperito attraverso il sito internet per adulti “bakekaincontri”. Poi, la stessa, forniva le indicazioni stradali per raggiungere la struttura ricettiva Holiday, a Santa Rufina di Cittaducale. Qui venivano consumati rapporti sessuali a pagamento ma, in aula, uno dei testimoni, ha personalmente ricondotto il corrispettivo per quegli incontri a un «regalo in amicizia per la compagnia della donna, senza impegno». Ricostruiti anche i presunti rapporti con l’imputato, F.P., 80enne reatino, assistito in giudizio dall’avvocatessa Daniela Munzi, con accordi telefonici intercorsi per farsi lasciare all’interno del monolocale una bottiglia di champagne o per conoscere il luogo concordato dove poi poter prendere la chiave del locale.
E, ancora, le intercettazioni telefoniche in cui vengono determinati gli orari di arrivo o quale mini appartamento occupare.

Il racconto. A seguire - davanti al collegio del tribunale di Rieti (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli) - una delle escort, una colombiana 38enne, che in passato aveva soggiornato nei monolocali del b&b in cui avvenivano i presunti episodi di prostituzione. La donna ha raccontato dell’arrivo a Rieti con un’amica e il suo breve soggiorno con canoni di locazione che si aggiravano tra i 30 e i 35 euro al giorno, ma senza che «il titolare sapesse niente di quanto avvenisse all’interno dell’appartamento» da lei occupato. Tre soggiorni avvenuti anche a distanza di mesi nel monolocale 1 e poi al numero 5, dopo aver firmato un contratto di locazione mentendo sulla validità in corso del proprio permesso di soggiorno, in realtà scaduto, e senza dare mai dare spiegazioni al titolare circa l’attività espletata tra le mura della struttura con una media di circa 3 incontri al giorno della durata di circa un’ora e di 50 euro circa a prestazione. Processo che si aggiorna in attesa di ascoltare atri testi tra cui due escort, di cui una, al momento, non reperibile.


L’indagine prendeva spunto, nel febbraio del 2016, da alcuni annunci on-line pubblicati nel sito “bakekaincontri”, individuati dai carabinieri e che, troppo spesso, indicavano la frazione di Santa Rufina come meta da raggiungere. Secondo l’inchiesta, presso l’Holiday vi erano apppartamentini «stabilmente e continuativamente asserviti alla prostituzione» per circa due anni, con donne dell’Est Europa e del Sud America (Colombia e Brasile). All’imputato sono state contestate violazioni delle normative sull’immigrazione e addebiti inerenti la legge Merlin sulla prostituzione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero