Lo strano destino della città: non c'è nulla da fare o ci sono troppi eventi tutti insieme

Lo strano destino della città: non c'è nulla da fare o ci sono troppi eventi tutti insieme
RIETI - Da niente da fare a troppo da fare. Dalla noia che fa sbadigliare fino a slogarsi le mascelle, alla frenetica ansia di doversi dividere tra più eventi...

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RIETI - Da niente da fare a troppo da fare. Dalla noia che fa sbadigliare fino a slogarsi le mascelle, alla frenetica ansia di doversi dividere tra più eventi imperdibili. Rieti è così. Da sempre. Volontariamente o involontariamente, senza dar colpa a niente e a nessuno, ma Rieti è così: non si fa niente e non c’è nulla per intere settimane poi, all’improvviso, arriva quel giorno, quel fine settimana in cui c’è tutto e ci vorrebbero giornate da 48 ore. La storia si ripete ciclicamente, contro la volontà di chiunque e persino con gli imprevisti che incanalano tutto nella stessa direzione. 

Un week end da impazzire. Sarà così anche il prossimo 25 e 26 giugno, un sabato e una domenica dove a Rieti ci sarà talmente tanto da fare e da vedere, che servirà dotarsi del dono dell’ubiquità o si dovranno allungare le giornate. Possibile (alcuni lo danno per certo) il ballottaggio elettorale, la processione di Sant’Antonio, che torna dopo 2 anni di assenza e i Campionati italiani di atletica al Guidobaldi, manifestazione mai così importante visti i successi olimpici di Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi e della staffetta 4x100. Quarantotto ore da capogiro, da mettere sottosopra la città e da mandare in ansia da evento chiunque abbia un semplice interesse per ciò che gli accade intorno. 

La scelta. Il reatino medio sarà così costretto a mettersi in fila in un seggio elettorale sperando che tutto fili liscio, con il programma degli Assoluti stretto in mano, pronto a correre verso il Guidobaldi per non perdersi sprint, salti e lanci. Viste le gare, magari applaudito Jacobs e, perché no, dopo aver esultato per un record sulla stessa pista che è stata di Asafa Powell, dovrà scattare dai blocchi come un centometrista olimpico per arrivare sul percorso della processione. E chissà se, dopo tanto stress e corse, ce la farà a godersi lo spettacolo dei fuochi d’artificio a mezzanotte.

Che fare? Soluzioni? Non sembrano essercene, perché i tre eventi sono inamovibili per motivi diversi: le agende religiose e politiche sono intoccabili. Su quella sportiva, invece, Rieti è stata letteralmente benedetta: un concerto all’Olimpico ha reso indisponibile l’impianto romano e la scelta migliore è stata il Guidobaldi. Roba di cui andar fieri e orgogliosi, anche se è la conferma che anche il caso, quando ci si mette, decide di far capitare tutto nello stesso momento a Rieti. Con buona pace del reatino medio che, però, ha davanti un mese e mezzo per decidere, pianificare e, perché no, allenarsi a correre da un capo all’altro della città.

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Il Messaggero