Rieti, a Giancarlo Antognoni il premio alla carriera "Scopigno-Pulici"

Giancarlo Antognoni e Fabrizio Formichetti
RIETI - Si è svolta ieri, 6 dicembre, a Firenze allo stadio Artemio Franchi, la cerimonia di consegna del Premio alla Carriera "Manlio Scopigno e Felice Pulici" a...

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RIETI - Si è svolta ieri, 6 dicembre, a Firenze allo stadio Artemio Franchi, la cerimonia di consegna del Premio alla Carriera "Manlio Scopigno e Felice Pulici" a Giancarlo Antognoni, a consegnare l'ambito riconoscimento il presidente Fabrizio Formichetti e Miriam Peruzzi, membro della giuria.


LA MOTIVAZIONE

Il premio è un riconoscimento per la splendida carriera da calciatore di Giancarlo Antognoni, campione del mondo nel 1982 e bandiera della Nazionale e della Fiorentina, squadra alla quale è rimasto legato, come nei migliori matrimoni, nella buona e nella cattiva sorte, rischiando anche la vita per la maglia viola.

Oltre alle doti sportive di colui che a Firenze viene chiamato “unico 10” o “il Capitano”,  vanno ricordate  quelle morali come la lealtà, la fedeltà e il coraggio.

Un plauso merita pure la carriera da dirigente di Antognoni con la Fiorentina, con la nazionale giovanile e, nuovamente, per la società gigliata.

Ci piace riportare quanto scritto sul conto di Antognoni da Manlio Scopigno, che una volta smesso di allenare si dilettava a commentare il campionato di calcio sul quotidiano Il Messaggero:
“.....nella mia personalissima galleria di campioni, un posto di rispetto è occupato da Giancarlo Antognoni. Il 10 della Fiorentina e della nazionale per eleganza, corsa e tocco di palla è senza dubbio tra i più grandi di sempre. Chi lo critica, soprattutto tra la stampa del nord, capisce poco di calcio o è in malafede. Del resto, criticavano anche molti ragazzi del mio Cagliari, forse perché davamo noia agli squadroni del nord. Non si curi delle critiche Antognoni, chi capisce di calcio sa che è un campione indiscutibile”.

E ci piace anche rammentare i duelli a distanza tra Antognoni e Felice Pulici nei Fiorentina-Lazio degli anni ’70, con il primo astro nascente del calcio italiano ed il secondo indimenticabile portiere della Lazio dello scudetto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero