Pnrr nel Reatino, Paolucci (Uil): «Sono 210 i progetti per il territorio, serve massimo rispetto per i lavoratori»

Alberto Paulucci
RIETI - Sono 16 i progetti che Rieti potrà realizzare grazie ai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Dall’abilitazione e facilitazione alla migrazione...

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RIETI - Sono 16 i progetti che Rieti potrà realizzare grazie ai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Dall’abilitazione e facilitazione alla migrazione al cloud alla piattaforma digitale, dal miglioramento dei servizi pubblici digitali alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti fino all’efficienza energetica, dalla rigenerazione urbana volta a ridurre emarginazione e degrado sociale alle risorse per gli asili nido e la cura della prima infanzia.

Quasi 46 i milioni a disposizione per intraprendere un percorso che deve assecondare la crescita economica sostenibile e duratura. Tutto emerge dal focus che la Uil di Rieti e della Sabina romana ha realizzato catalogando le risorse assegnate al capoluogo e ai tanti borghi della provincia. «Complessivamente sono invece 210 i progetti per il territorio reatino – spiega Alberto Paolucci, Segretario generale del sindacato di viale Matteucci – per un totale di oltre 88milioni di euro».


Spiccano per numero di interventi i paesi di Leonessa con 13 progetti, Rocca Sinibalda e Antrodoco con 12, Poggio Nativo 11, Poggio Mirteto 10. Al contrario Monte San Giovanni in Sabina è il paese con il minor numero di interventi. A quota tre si posizionano invece Orvinio, Roccantica, Castelnuovo di Farfa, Morro Reatino e Montopoli di Sabina.


«Per il capoluogo – prosegue Paolucci – la giunta comunale, al fine di conseguire gli obiettivi programmatici del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha istituito una Cabina di Regia composta da Sindaco, assessori competenti, dirigenti. Una cabina che secondo noi dovrebbe essere immediatamente allargata anche ai sindacati perché monitorare, raggiungere gli obiettivi, utilizzare al meglio le risorse è interesse comune. Non è un caso infatti che le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil abbiano già sottoscritto un protocollo con Anci Lazio prevedendo proprio partecipazione e confronto nelle scelte che devono assecondare la piena realizzazione dei fondi previsti dal Piano».


«Qui non si tratta soltanto di rispettare i tempi e le modalità di attuazione degli investimenti – conclude Paolucci – ma anche di proteggere i diritti delle persone che con il loto lavoro quotidiano permetteranno la realizzazione di queste opere. E sotto questo aspetto l’amministrazione guidata da Sinibaldi non può non tener conto del rispetto delle misure necessarie per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il rispetto del Contratto collettivo nazionale, il monitoraggio del sistema degli appalti e dei subappalti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero