Rieti, cabine elettriche aperte e tratti nel degrado sulla pista ciclabile

Le cabine elettriche aperte
RIETI - Tratti di recinzione che cadono a pezzi, vegetazione che cresce senza controllo e ricopre alcuni punti di passaggio e, soprattutto, cabine dell’elettricità...

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RIETI - Tratti di recinzione che cadono a pezzi, vegetazione che cresce senza controllo e ricopre alcuni punti di passaggio e, soprattutto, cabine dell’elettricità lasciate aperte e incustodite, con tutti i rischi che ne conseguono. Cartoline dalla ciclovia, da sempre croce e delizia dei reatini. Il percorso di oltre 20 chilometri che attraversa la Piana è sempre più gettonato tra ciclisti, runner o semplici passeggiatori e, a pochi giorni dall’inizio della primavera, torna d’attualità il tema della manutenzione e della pulizia. Un giro del percorso effettuato negli ultimi giorni ha regalato diversi spunti sulla necessità di effettuare interventi immediati.

Il pericolo. Una delle prime sorprese in negativo arriva dalla zona di Colle Aluffi, dove da tempo sono in stato di abbandono alcune cabine elettriche. I contatori all’interno funzionano alla perfezione e, di conseguenza, anche l’elettricità passa regolarmente negli apparati. Il problema è che le “cassette grigie” sono assai vetuste e le chiusure sono ormai poco efficaci. Una di queste, qualche giorno fa, era spalancata, con i fili e gli altri apparati in bella vista e, soprattutto, accessibili a chiunque. Un rischio molto alto, in particolare, per i tanti bambini che percorrono la ciclabile ogni giorno. Segnalazione diversa passando sul lato opposto della ciclovia, nella zona di Molino della Salce, a ridosso del campo sportivo “Gudini”. Per lunghi tratti la staccionata che protegge dai fossi ai margini della strada ciclabile porta i segni del tempo: il legno è rovinato, alcune parti sono mancanti e la vegetazione sta lentamente ricoprendo quelle che restano. Anche il bordo della carreggiata comincia a cedere in più ponti, proprio a ridosso del campo sportivo. Situazione che è già degenerata alcune centinaia di metri più avanti, dove la pista passa sopra ad un fosso: in quel punto, dove il dislivello con la ciclabile è di circa un metro, la protezione in legno ormai non esiste più. Situazione che andrebbero sanate in fretta, prima che diventino problematiche croniche e, soprattutto, che andrebbero inserite in un piano di manutenzione della vegetazione che, a breve, tornerà a crescere e, se gestita male come in passato, renderà impercorribili vari tratti di ciclabile.

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Il Messaggero