Amatrice, assoluzione per Sergio Pirozzi: «Sono, nello stesso tempo, felice e addolorato»

Sergio Pirozzi nel 2016
RIETI - «Il fatto non sussiste». Tutti assolti i cinque...

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RIETI - «Il fatto non sussiste». Tutti assolti i cinque imputati nel processo sul crollo della palazzina ex Ina Casa di piazza Augusto Sagnotti ad Amatrice, tra cui l’ex sindaco Sergio Pirozzi. «Trovo che sia una sentenza giusta - dichiara l’avvocato Mario Cicchetti (difesa Sergio Pirozzi) - che prima di tutto restituisce dignità a un uomo e a un amministratore pubblico. Pirozzi non doveva neanche far parte di questo processo, ma giustizia è stata fatta e oggi è un grande giorno». E per l’avvocato Cicchetti, ieri, è stato davvero un grande giorno perché, proprio mentre veniva letta la sentenza, diventava papà. Soddisfazione è stata espressa anche dai legali dei tecnici del Genio civile, Mariella Cari e Roberto Borgogno. «Quell’edificio era intonso e “illibato” - osserva l’ingegner Guida - abbiamo ampiamente dimostrato che l’accusa aveva un errore genetico intrinseco». Era il sindaco di quel territorio, erano i suoi concittadini, era l’amico di tutti: di “Popò”, dello “Scarparo”, di Rodolfo che in quella notte gli diede una giacca perché stava morendo di freddo. Per Sergio Pirozzi arrivano subito le lacrime: «Porto con me soltanto dolore da ormai sei anni. Sono stato sbattuto sui giornali come un assassino, una sofferenza che non potrò mai cancellare. Forse qualcuno voleva distruggermi sia come uomo, sia politicamente. Oggi sono, nello stesso tempo, felice e addolorato. Mi auguro di poter andare sempre a testa alta, spesso ho trovato tanta solidarietà nella gente, altre volte no». E poi ancora su sicurezza e protezione da eventi sismici: «Da allora, fino a ieri, mi sono attivato e preoccupato di fare prevenzione e sicurezza attraverso leggi e azioni mirate affinché non ci sia mai più una Amatrice». Commosso, Pirozzi prosegue sul suo futuro: «Sono un amministratore pubblico dal ‘97, nei miei trascorsi politici non c’è stata mai un’ombra. Da domani penserò al mio futuro: se abbandonare il mio percorso politico o andare avanti». Poi ancora un abbraccio con l’avvocato Cicchetti: «L’amico Mario - precisa Pirozzi - non solo un avvocato per me, ma soprattutto un caro amico». In silenzio invece hanno sfilato alcuni familiari delle vittime, tra amarezza e dolore per quel crollo che ha cambiato per sempre le loro vite.

 

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Il Messaggero