Rieti, ristoro dell'acqua: bufera sul ricorso del sindaco Raggi

Peschiera
RIETI - Acqua reatina a Roma, uno «tsunami» politico e amministrativo il ricorso dell'Ato romano contro la delibera regionale che nel maggio scorso fissava un...

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RIETI - Acqua reatina a Roma, uno «tsunami» politico e amministrativo il ricorso dell'Ato romano contro la delibera regionale che nel maggio scorso fissava un ristoro milionario per i reatini. E al ricorso rivelato ieri dal Messaggero - pesante il contenuto, pesantissima la firma, quella di Virginia Raggi in quanto rappresentante della Città metropolitana - se ne potrebbe aggiungere un altro, quello di Acea spa, in quanto ente gestore dell'Ato romano e concessionaria «in pectore» delle sorgenti Peschiera-Le Capore.


A tutto ieri il ricorso di Acea non risultava ancora notificato, ma più fonti danno per certa la mossa della multiutility capitolina, d'altronde investita neanche troppo indirettamente dal tema del ristoro per il Reatino. Già nel ricorso di Ato2 si fa riferimento alla necessità di un aumento del 2% delle tariffe idriche dell'Ato romano per far fronte ai ristori previsti dalla Regione per Rieti. Ma la spa romana potrebbe avere altri elementi e ragioni per tentare di demolire quella delibera regionale che il 17 maggio scorso fu presentata dai maggiorenti del centrosinistra come un atto di portata storica.

Un atto che invece, oggi, appare pericolosamente esposto ai quattro venti. Meglio, ai quattro ricorsi, visto che oltre a quello certo di Ato 2 e a quello probabilissimo di Acea, si aggiungono anche quelli acclarati dei comuni di Cittaducale e Casaprota (come indicato nell'articolo accanto). Contro la mossa di Ato2 (che politicamente corrisponde alla Città metropolitana, ovvero l'ex Provincia di Roma) ieri si è scatenato un diluvio di accuse e reazioni, sia sotto il profilo politico che tecnico.

LE REAZIONI
Il ristoro milionario previsto dalla delibera Zingaretti (36 milioni di una tantum per il pregresso, 6 milioni più 2 l'anno sine die, ndr) aveva infatti una duplice valenza: politica per chiudere l'annosa «vertenza Rieti» per l'acqua gratis a Roma, e tecnica per aprire finalmente il capitolo della gestione pubblica del sistema idrico integrato reatino, essendo quei milioni destinati agli investimenti sulla rete idrica della neonata Acqua Pubblica Sabina. Ma è chiaro che la firma della Raggi in calce al ricorso ha rinfocolato anche le polemiche contro il M5S.

«Sapevamo che con questa delibera potevamo andare ad intaccare una serie di interessi e trovare la resistenza di Acea - attacca il presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi - ma certo non ci aspettavamo che a loro difesa contro un atto fondamentale e propedeutico alla piena operatività di una società completamente pubblica, fossero proprio coloro che hanno fatto della ripubblicizzazione dell'acqua, contro quelli da loro definiti come «poteri forti», il loro cavallo di battaglia. Ma ce ne faremo una ragione: domani (oggi per chi legge, ndr) convocherò i sindaci per opporci a questo ricorso, che dimostra come l'azione amministrativa portata avanti da noi era corretta e realmente a favore dei diritti del territorio».

Sulla medesima lunghezza d'onda il Pd reatino. Il consigliere regionale Daniele Mitolo (Pd) parla invece di ricorso «privo di senso logico»: «La Raggi si informi su quanto fatto, un ricorso contro un atto regionale che ripristinava il valore del pubblico a vantaggio di un territorio che attendeva tale atto da anni». Disappunto per la scelta della collega Raggi anche da Simone Petrangeli: «I sindaci reatini hanno fatto la scelta della gestione pubblica del servizio idrico, rivendicando il diritto a un indennizzo per lo sfruttamento delle sorgenti. Impugnare la delibera rischia di compromettere il varo di Acqua Pubblica Sabina, ma dimostra anche quanto fosse importante e serio l'atto regionale e quanto aspro sia il confronto con Ato 2 e Comune di Roma per cercare di ottenere un riequilibrio territoriale. Noi vogliamo che quella delibera sia attuata e prima possibile perché non si può calpestare la dignità di un territorio».


Ma con tutti i ricorsi in viaggio a questo punto la partita, già enormemente complessa del ristoro romano a Rieti per garantire la gestione pubblica delle acque reatine, diventa davvero un rebus. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero