Rieti, il sabino Colasanti si prepara ai mondiali: «Stimolante praticare più discipline sportive»

Alessandro Colasanti
RIETI - A giugno dello scorso anno ha regalato un risultato storico al pentathlon moderno della sua Italia, conquistando l'oro individuale nella finale individuale dei...

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RIETI - A giugno dello scorso anno ha regalato un risultato storico al pentathlon moderno della sua Italia, conquistando l'oro individuale nella finale individuale dei Campionati Europei Junior, prima volta in assoluto per gli azzurri al maschile. A ventidue anni, Alessandro Colasanti è stato già una volta re continentale e, dal ritiro insieme alla squadra azzurra, in questi giorni a Rieti, punta ai Mondiali del Cairo nell'ultima decina di giorni di agosto. «Il pentathlon mi piace, è uno sport vario: non devi concentrarti tutti i giorni su una singola cosa, qui riesci a variare, a spaziare e risulta meno stressante dal punto di vista psicologico. Nella corsa sono sempre andato bene, ma se avessi continuato a praticare soltanto uno sport mi sarebbe venuto a noia».


 

LA SABINA NEL MONDO
Arruolato nel gruppo sportivo dei Carabinieri dal febbraio 2016, il giro di Europei e Mondiali Alessandro lo bazzica fin da quando era giovanissimo, dalla categoria Youth A, passando per gli Junior - dove ha fatto incetta di medaglie con la staffetta azzurra - e, da quest'anno, per la prima volta in veste Senior. Approccio alla nuova categoria che condivide insieme al cugino, l'altro pentatleta della nazionale Lorenzo Michele, entrambi sabini di Casali di Poggio Nativo, entrambi prodotto del Centro di Preparazione Olimpica di Montelibretti.

«Ho iniziato un po' per caso, forse è stato proprio Lorenzo a spingermi, sapendo quello che già faceva. Quando poi ottieni risultati regionali e nazionali cominci a divertirti e la cosa ti coinvolge, così ho proseguito con questo percorso e fortunatamente ho ottenuto dei bei risultati, riuscendo a rimanere nel giro della nazionale. Quando ero più piccolo venivo spesso a gareggiare a Rieti, al Guidobaldi: ero anche tesserato con la Cariri, ero forte nella corsa, ma finché sei piccolo resti in auge, poi crescendo è più difficile allenare sport fisici come l'atletica e il nuoto».



Per il pentathlon vorrebbe più attenzione: «Se mi sento ambasciatore sabino nel mondo? Non so, considera che questa è la seconda intervista che faccio da quando pratico pentathlon: credo che, da un punto di vista mediatico, questo sport non abbia il giusto risalto. Ma comunque sì, sarebbe bello avere il titolo di ambasciatore sabino nel mondo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero