Prelievo dai conti, ex direttore delle Poste in Sabina rinviato a giudizio

Guardia di finanza (Archivio)
RIETI - Nell’agosto del 2020 era stato denunciato dalla Guardia di finanzia di Rieti e ieri il Giudice dell’udienza preliminare (Gup) del Tribunale di Rieti ha...

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RIETI - Nell’agosto del 2020 era stato denunciato dalla Guardia di finanzia di Rieti e ieri il Giudice dell’udienza preliminare (Gup) del Tribunale di Rieti ha rinviato a giudizio, con l’accusa di peculato, l’ex direttore dell’ufficio postale di Magliano Sabina, che avrebbe trafugato anche i risparmi della parrocchia di San Liberatore. Il processo si aprirà nel febbraio del 2022 davanti al Tribunale in composizione collegiale.

Le indagini
Secondo l’accusa, il dipendente infedele, tra il 2013 e il 2017, ha sottratto a otto correntisti (poi rimborsati),  complessivamente, circa 400mila euro. Tra i derubati c’è anche la parrocchia di San Liberatore, dal cui deposito postale l’ex direttore (V.M., difeso dall’avvocato Marco Bonamici) ha sottratto, nell’aprile 2017, circa 18mila euro. Comportamento del quale la difesa del parroco di San Liberatore, Dorado Don Roque Ariel, affidata all’avvocato Berardo Serafini, ha chiesto conto anche a Poste Italiane. Secondo i legali di Don Ariel, infatti, Poste ha mancato nella funzione di controllo sul suo dipendente e, quindi, almeno nel caso specifico che riguarda il danno causato alla Cattedrale di San Liberatore, l’azienda si è resa corresponsabile del comportamento assunto dall’allora suo funzionario, poi licenziato. Per questa ragione, a luglio scorso, il Giudice dell’udienza preliminare ha accolto l’istanza e autorizzato Poste Italiane a costituirsi come civilmente obbligata per la pena pecuniaria nei confronti della parrocchia. La posizione di Poste, quindi, si configura da un lato come parte offesa dal dipendente - che all’esito dell’indagine della Guardia di finanza di Rieti è stato licenziato e nei suoi confronti è stato fatto partire il sequestro dei beni - ma, dall’altro, è civilmente obbligata a rispondere del furto dei soldi sul conto della parrocchia. Un punto, quest’ultimo, che ha incontrato la soddisfazione della difesa della parrocchia, in una vicenda che ha molto colpito la comunità maglianese, particolarmente scossa dal sistema illecito messo in piedi dall’ex direttore.

La ricostruzione


Le Fiamme Gialle, nei quattro anni presi in esame - come detto dal 2013 al 2017 - hanno infatti ricostruito le modalità secondo cui, approfittando del rapporto di fiducia instaurato con i clienti - molti gli anziani - che da anni si servivano nel suo ufficio, l’uomo riusciva ad accedere liberamente ai loro risparmi. I malcapitati si affidavano a lui per eseguire operazioni finanziarie e l’ex direttore per tutta risposta li derubava, versando il denaro direttamente sui propri conti, oppure, cambiando e incassando assegni intestati a diversi soggetti, al fine di ottenere immediata liquidità per sé. Il tutto attraverso manovre illecite che gli permettevano di non destare mai sospetti nei clienti o nei colleghi che, al momento del saldo, non erano in grado di notare alcuna anomalia.

 

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Il Messaggero