Esame della patente con l'aiuto esterno: in due finiscono a processo per tentata truffa

Esame della patente con l'aiuto esterno: in due finiscono a processo per tentata truffa
RIETI - Il Gup del tribunale di Rieti ha rinviato a giudizio i due cittadini indiani che avevano architettato un ingegnoso sistema per superare i quiz della prova scritta...

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RIETI - Il Gup del tribunale di Rieti ha rinviato a giudizio i due cittadini indiani che avevano architettato un ingegnoso sistema per superare i quiz della prova scritta presso la Motorizzazione civile di Rieti. Processo che prenderà dunque il via nel mese di maggio, dopo il decreto che dispone il giudizio, provvedimento adottato ieri dal giudice delle indagini preliminari Floriana Lisena. L’accusa, per entrambi, è di tentata truffa aggravata in concorso. Vicenda giudiziaria singolare quella che nel giugno del 2017 vide protagonisti i due indiani, assistiti dai legali di fiducia Romina D’Ascenzi e Rossella Giamogante, i quali avevano ideato un sistema fai da te per poter conseguire la patente di guida di categoria B.

La vicenda. Probabilmente quegli esami - forse anche per via della lingua - erano uno ostacolo troppo grande da sostenere, così l’allora 35enne S.G., impegnato nella prova teorica, si era seduto nella propria postazione “armato” di un dispositivo che poi non era sfuggito ai membri della commissione esaminatrice della Motorizzazione civile di Rieti. Il giovane aveva assicurato uno smartphone al petto con strisce di nastro adesivo e la t-shirt che indossava permetteva di nascondere il telefono alla vista. In corrispondenza della fotocamera del cellulare aveva praticato un piccolo foro in maniera tale che questa potesse filmare e riprendere.

L’uomo aveva poi incollato sotto alla maglietta anche un piccolo ricevitore audio collegato ad un auricolare miniaturizzato, che teneva inserito nell’orecchio. A questo punto il gioco era fatto: sarebbe bastato inquadrare la schermata del pc dove venivano visualizzati i test mentre, all’esterno dell’aula, il complice (individuato successivamente) avrebbe preso nota delle domande oggetto dei quiz per poi documentarsi rapidamente e fornire in tempo reale le risposte grazie al collegamento audio. Però quello strano rigonfiamento della maglia e qualche movimento non troppo disinvolto da parte dell’aspirante aveva insospettito il personale della Motorizzazione, che aveva subito chiesto spiegazioni all’indiano. Il 35enne, una volta smascherato, si era improvvisamente alzato dal banco per poi fuggire all’esterno, lasciando i propri documenti sul tavolo.

Una volta allertati gli agenti di polizia, lo avevano rintracciato poco tempo dopo all’interno di un centro commerciale anche grazie ai documenti dimenticati in aula. Successive attività di indagine e l’esame dell’attrezzatura utilizzata per tentare di superare i quiz per la patente avevano permesso poi di individuare il complice connazionale, che dall’esterno avrebbe fornito “l’aiuto da casa

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Il Messaggero