Passo Corese, scuola «Aldo Moro»: no deciso dei genitori al trasferimento in via Gramsci

Aldo Moro
PASSO CORESE - I genitori degli studenti dell'Aldo Moro di Passo Corese non ci stanno. E si oppongono con forza all'allestimento di una mini succursale nei locali di via...

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PASSO CORESE - I genitori degli studenti dell'Aldo Moro di Passo Corese non ci stanno. E si oppongono con forza all'allestimento di una mini succursale nei locali di via Gramsci che un tempo ospitavano la Asl, chiedendo soluzioni immediate e alternative a Provincia e Comune.


IL PERCORSO
La sede di via Gramsci è stata proposta dalla Provincia per rispondere alla carenza di aule. Ma è stata dapprima contestata attraverso uno sciopero dagli studenti, e mal digerita dalla dirigenza scolastica che sin dall'inizio, ha espresso perplessità su sicurezza e efficacia di questa soluzione. In più, i genitori non sono disposti ad accettare la turnazione delle classi quinte nelle tre aule che dovrebbero essere ricavate in via Gramsci. I cui lavori di sistemazione, tra l'altro, a differenza di quanto annunciato, stentano a partire, perché i costi di affitto sarebbero lievitati. Così i genitori nel consiglio d'istituto, espressamente richiesto sul tema, hanno manifestato il proprio dissenso e annunciato azioni di protesta. «Siamo assolutamente e irremovibilmente contrari al trasferimento dei nostri ragazzi in quei locali - ha spiegato una rappresentante dei genitori, Lara Scipioni. - Che si installino containers, che vengano istituiti i doppi turni o che si recuperino le aule all'interno dell'attuale delegazione comunale, tutto: ma non lo spostamento delle classi in locali che non rispondono assolutamente alle norme di sicurezza. Abbiamo scelto di iscriverli nell'edificio del polo didattico e quella resta la nostra idea». Intanto i genitori stanno preparando una lettera da sottoporre all'attenzione del sindaco Davide Basilicata e del vicesindaco Roberta Cuneo. Mentre l'opposizione di Farainmovimento presenterà un'interrogazione sul tema al prossimo Consiglio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero