Rieti, sul web rivive la storia di Nice staffetta partigiana di Capradosso fucilata a Fondotoce

Cleonice davanti al gruppo in una foto storica
RIETI - La pagina web dedicata a donne e uomini della resistenza dell'Anpi ricorda la storia della staffetta Cleonice Tomassetti, originaria di Capradosso di Petrella Salto,...

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RIETI - La pagina web dedicata a donne e uomini della resistenza dell'Anpi ricorda la storia della staffetta Cleonice Tomassetti, originaria di Capradosso di Petrella Salto, dove nacque il 4 novembre 1911. E l'interesse sta letteralmente esplodendo, rivelando un interesse inaspettato da parte dei "navigatori" di tutte le età: 1.400 condivisioni in un paio di giorni, 2.600 "likes" e 107 interventi, alcuni di grande spessore ed emotività e 12 risposte che dimostrano il dibattito in corso.


LA STORIA
Era il 20 giugno del 1944 quando la giovane staffetta reatina, incinta di quattro mesi, venne massacrata nell'eccidio di Fondotoce (oggi Verbania Cusio Ossola). Unica donna del gruppo di 43 partigiani catturati dai nazifascisti nel corso dei rastrellamenti effettuati nei giorni precedenti. Era una maestra che aveva lasciato la sua terra per insegnare a Milano, quando nell'aprile del '44 decide di seguire il suo compagno nella resistenza in Val d'Ossola, per compiere le missioni assegnatole.
Era la sola donna del gruppo di 43 partigiani fucilati dai nazifascisti a Fondotoce. Nella foto allegata, è presente in prima fila, proprio sotto il cartello sul quale gli aguzzini, in modo provocatorio hanno messo la scritta “Sono questi i liberatori/ d'Italia/ oppure sono i banditi?”, visibilmente rassegnata al suo destino. Le donne di Novrego, provincia di Milano, vedendo Cleonice con le vesti strappate dalle botte e sevizie subite, le avevano offerto un abito nuovo, un omaggio alla salvaguardia della dignità anche se destinata a compiere l’ultimo viaggio. Dal racconto di un sopravvissuto, l’avvocato e magistrato Emilio Liguori pare che ai propri aguzzini, poco prima di essere condotta alla fucilazione, la Tomassetti abbia detto loro: "Se volete mortificare il mio corpo è superfluo il farlo, esso è già annientato. Se invece volete uccidere il mio spirito, quello non non lo domerete mai”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero