Rieti, per regolare le liste d'attesa arrivano le classi di priorità I nuovi termini e il significato

Rieti, per regolare le liste d'attesa arrivano le classi di priorità I nuovi termini e il significato
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RIETI - Riorganizzazione nel sistema di prenotazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. "La riorganizzazione mira ad assicurare, per le prestazioni ambulatoriali - spiega una nota della Asl - tempi certi per le diverse classi di priorità sulla base di quanto stabilito dal medico prescrittore, per assicurare le prestazioni in relazione alla gravità della malattia. Tale nuova organizzazione si basa sulla valutazione clinica che deve fare il medico che prescrive la prestazione e che deve riportare sulla ricetta la classe di priorità più appropriata alla patologia che il paziente manifesta".




LE CLASSI DI PRIORITA'

"Ma cosa sono le classi di priorità? - prosegue la nota. - Sono uno strumento per differenziare il tempo di accesso alle prestazioni, regolandolo in base al rischio per la salute, lo stato di sofferenza ecc.. Nell'impegnativa sono riportate quattro possibili classi di priorità che il medico curante può assegnare alla richiesta, a seconda di quanto precoce deve essere, a suo avviso, l'esecuzione della prestazione. Le classi di priorità sono indicate con alcune lettere maiuscole:

U = Urgente, ovvero da garantire entro poche ore e quindi da riservare ai casi gravi in cui vi può essere un reale rischio per il paziente

B = Breve attesa, ovvero può aspettare fino ad un massimo di 10 giorni

D = Differita, per le prestazioni che possono attendere fino a 30 giorni (se si tratta di visite specialistiche) o fino a 60 giorni (per gli esami e le prestazioni strumentali)

P = Programmabile, ovvero riferita a problemi che richiedono approfondimenti ma che non necessitano di risposta in tempi rapidi; queste prestazioni sono comunque da garantire entro un massimo di 180 giorni (sei mesi).


E' il prescrittore che decide tra le 4 fasce di priorità presenti nel ricettario la fascia entro cui collocare la richiesta sulla base delle necessità cliniche presentate dal paziente. Pertanto, l'attesa dipenderà dal reale bisogno clinico del paziente e non più dal momento in cui lo stesso si presenta allo sportello". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero