Rieti, pioggia, neve e freddo all’inizio di aprile: «Stagione tardiva ma buona per gli ulivi»

Ulivo
RIETI - È un’acqua benedetta per colture e campagne, quella che nelle ultime ore è caduta in Sabina. E in alcune zone, è arrivata anche la neve....

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RIETI - È un’acqua benedetta per colture e campagne, quella che nelle ultime ore è caduta in Sabina. E in alcune zone, è arrivata anche la neve. Benedetta soprattutto per l’agricoltura: se è vero che, in questo periodo, si coltivano gli orti, ci sono le piante da frutto in fiore, grano, orzo e avena si avviano alla spigatura, il pensiero va anche ai prodotti centrali della Sabina, in primis l’olio extravergine d’oliva, così come i vini e le castagne, uniti a quelli del sottobosco.

Le osservazioni. Un periodo primaverile a cui sembra seguire, ora, una coda dell’inverno. «Niente di anomalo - spiega l’agronomo Carlo Antellini, presidente dell’Alab, Associazione laziale di agricoltura biologica e biodinamica che ha sede a Torri in Sabina. - Nel Reatino come nel resto del centro Italia, non si palesano problemi di siccità come al nord. L’acqua c’è e le colture non sono in sofferenza idrica. Si può parlare di una stagione tardiva, quello sì. Ad oggi, orti, piante da frutto e prodotti come grano, orzo, avena, mais non subiscono particolari problemi per crescita e produzione. Se continua così, gli ulivi e le vigne trovano un percorso climatico ottimale. Buon per i produttori che non hanno affrettato la potatura degli ulivi. I nostri antenati avevano una regola: la potatura si inizia con la luna di marzo, non prima, quindi ora».
Antellini parla di un altro aspetto. «Questo clima - osserva l’agronomo - con la stagione tardiva e molte piante ancora in fiore, favorisce la condizione vitale degli insetti, a iniziare dalle api: questo non è di poco conto, se si pensa che lo scorso anno la produzione di miele è stata pressoché assente in Sabina. Non possiamo azzardare pronostici, impossibili in agricoltura, ma gli elementi per dire che quest’anno, se non intervengono cataclismi, sarà una stagione più che discreta, ci sono tutti». L’agronomo evidenzia l’importanza di una visione ampia. «Ciò che spesso manca nelle valutazioni è l’assenza di esperienza e il radicamento nei territori. L’aspetto storico, i cicli negli anni, l’esperienza sul campo fanno capire cosa potrà accadere in prospettiva e quando occorre correre ai ripari o meno. Può sembrare banale questa riflessione, ma in agricoltura non lo è affatto».


La stagione, per i prodotti che vanno dall’olio al vino, dai funghi alle castagne, fino ad arrivare a orti, piante da frutto e prodotti del sottobosco, si annuncia buona. «Ribadisco - conclude Antellini - è una stagione tardiva, ma questo non comporta chissà quali problemi. Piuttosto alla fine, se si pota nei tempi giusti e si resta in linea con i cicli naturali di piante e prodotti, la campagna sabina continuerà a produrre prodotti eccellenti e a dare soddisfazioni all’attività agricola».
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Il Messaggero