Rieti, olio di motore esausto sversato nella Piana Reatina

L'olio nel fosso della Piana (foto Meloccaro)
RIETI - Oltre al gravissimo danno ambientale, ci sarà da capire a chi attribuire le responsabilità penali per l’ampio sversamento di olio esausto che ha...

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RIETI - Oltre al gravissimo danno ambientale, ci sarà da capire a chi attribuire le responsabilità penali per l’ampio sversamento di olio esausto che ha colorato di nero l’alveo del fossato di via Fratelli Sebastiani. Una vicenda finita nel registro delle notizie di reato e sulla quale ora indaga il personale della Municipale del Comune di Rieti, anche per valutare se si sia trattato di un abbandono volontario oppure dovuto a cause fortuite o accidentali. Al vaglio ora anche la visione dei filmati delle telecamere dei circuiti di sorveglianza presenti nella zona, telecamere sia pubbliche che private. Una segnalazione che ha richiamato sul posto forze dell’ordine e tecnici per appurare l’origine del danno e, soprattutto, il punto esatto dove sia avvenuto lo sconsiderato smaltimento del materiale di risulta o comunque da dove si sia originato. 


Sul posto, nella scorsa giornata, è stato appurato da parte del personale specializzato della Asl che non si tratta di sostanze radioattive o con caratteristiche chimico-fisiche radiogene o radianti, tuttavia rimane la firma di un consistente danno ambientale. Per quanto potuto accertare – nonostante siano ancora in corso esami clinici e ulteriori approfondimenti di laboratorio – si tratterebbe di olio motore esausto in quantità piuttosto considerevoli. Una lunga lingua nera, lucida e grassa che ha richiamato sul posto militari dell’Arma, carabinieri forestale, tecnici dell’Arpa Lazio e di Acqua pubblica sabina, vigili del fuoco di Rieti e polizia di Stato.
L’origine. Il maxi sversamento potrebbe essere stato prodotto da uno dei tanti insediamenti produttivi o attività presenti nella zona. Il liquido oleoso, prima di riversarsi nel fosso di via Fratelli Sebastiani, ha attraversato una tubazione per poi fuoriuscire nell’alveo del fosso, invadendolo e colorandolo di nero. Un danno che, inevitabilmente, va a coinvolgere la flora circostante e in maniera indiretta anche la fauna avendo di fatto alterato l’intero habitat interessato con un conseguente deterioramento del terreno che andrà ad assorbire la sostanza biologica depositata rendendolo inoltre parzialmente impermeabile a causa del film oleoso. 
Non a caso gli “esausti” sono considerati un “rifiuto pericoloso” in quanto altamente inquinante che, versato a terra o peggio ancora veicolato dall’acqua di fossi, fiumi e canali, rischia di compromettere le falde acquifere con il rischio ulteriore di provocare danni alla salute delle persone, tanto da far configurare l’ipotesi di reato – con relativa contestazione dell’illecito – anche in assenza di un danno all’ambiente vero e proprio. Indagini che ora partiranno a ritroso sull’onda della scia nera per risalire al sito dove si è verificato il rilascio dell’olio esausto avvenuto, tra l’altro, immediatamente a ridosso della Piana Reatina dove sorgono terreni coltivati, canali di scolo, aree di semina, coltivazioni varie e canali artificiali destinati all’irrigazione. 

Attesi nei prossimi giorni ulteriori sviluppi legati alla sicurezza ambientale del sito ed eventuali provvedimenti da adottare per la salvaguardia e la tutela della salute pubblica qualora il danno ambientale rilevato vada ad interessare ulteriori contesti ipotizzando una serie di pericolose concause che potrebbero innescarsi.

 

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Il Messaggero