RIETI - «Sono passati duecentrotrentotto (238) gironi dall’approvazione della delibera regionale di ratifica dell’Accordo di programma col ministero della salute...
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«Se da un lato è comprensibile che l’emergenza sanitaria creata dalla pandemia da nuovo coronavirus possa aver spostato l’attenzione sulla lotta quotidiana al virus - dicono Paolucci e Teodori - dall’altra, proprio la dura esperienza di questi mesi, ha fatto emergere in tutta la sua forza la necessità di dotarsi di strutture sanitarie moderne, efficienti, con elevati standard qualitativi. E’ per questo che preoccupa l’assenza di notizie su riunioni, atti, iniziative o di qualsivoglia idea di dove, come e quando verrà realizzato il nuovo ospedale reatino».
«La Uil - proseguono gli esponenti del sindacato - ha sempre stimolato le giunte regionali che negli anni si sono alternate nell’amministrazione del Lazio, ha sempre lottato per evitare che Rieti cadesse nel dimenticatoio. Oggi, davanti a finanziamenti cospicui destinati alla realizzazione del nuovo ospedale, chiediamo alla politica e alle istituzioni locali impegni precisi e certi perché facciano chiarezza sui tempi e sulle modalità di realizzazione della nuova opera».
«Il nostro - concludono Paolucci e Teodori - è un richiamo alla responsabilità a tutti gli uomini e tutte le donne che ai vari livelli istituzionali sono espressione del nostro territorio: si mettano al bando gli interessi di parte, si accantonino i giochini e i rimpalli di responsabilità, e si lavori insieme per evitare che gli alibi e la burocrazia frenino la realizzazione del nuovo nosocomio. Il nostro modello è quello di Genova con la nomina di un commissario ad acta. Dobbiamo evitare che interessi campanilistici prevalgano sugli interessi generali, come accaduto per l’ospedale di Amatrice, che sarà, come già tutti sanno, un fallimento annunciato sia per l’allocazione della struttura sia per la riproposizione anacronistica del vecchio Grifoni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero