Rieti, dopo quattro mesi di silenzio primo weekend con musica e teatro in città

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RIETI - Dopo quattro mesi di silenzio tornano gli spettacoli dal vivo in città. La rassegna messa a punto dalla Fondazione Varrone prevede due appuntamenti settimanali per...

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RIETI - Dopo quattro mesi di silenzio tornano gli spettacoli dal vivo in città. La rassegna messa a punto dalla Fondazione Varrone prevede due appuntamenti settimanali per tutto luglio: il venerdì sera per il pubblico a Largo San Giorgio, il sabato sera nei cortili Ater per gli inquilini. Venerdì alle ore 21 apre la rassegna il Teatro Potlach con Concerto d’arie e duetti d’opera tra immagini e luci. Per una sera Largo San Giorgio si trasformerà per le orecchie degli spettatori in un raffinato palcoscenico operistico: arie e duetti famosi si alterneranno in un susseguirsi di emozioni che solo la grande musica può dare.


Protagonisti dello spettacolo sono Natalia Quiroga Romero (Soprano) e Gustavo Vita (Basso), due cantanti lirici argentini, uniti sul palco dalla musica e nella vita dal matrimonio. Ambedue con formazione in importanti Conservatori ed Università, sono specializzati in Opera nella Istituzione operistica più importante di America Latina: il Teatro Colón di Buenos Aires. 

Sabato fa il suo esordio la vera novità della rassegna della Fondazione Varrone, gli spettacoli nei cortili Ater, col pubblico ad assistere al balcone e alla finestra. Il primo condominio interessato è quello di via Boschi, nel quartiere del Molino della Salce dove alle 21 il musicista e cantautore reatino Raffaello Simeoni in quartetto presenta Il flauto di Re Gilardin. Raffaello canta come un moderno Orfeo invocazioni alla Madre natura, serenate, canzoni d’amore, richiami agli animali, ninna nanne, canti a braccio, generando una trama narrativa che scuote, affascina e trascina il pubblico in un dipinto immaginario. Con Raffaello Simeoni (Voce, chitarre, flauti) ci saranno Carlo Ferretti (Percussioni), Marcello De Carolis (Chitarra battente), Marco Iamele (Zampogne e flauti). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero