Rieti, movida selvaggia: scatta la petizione

Rieti
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RIETI - «Manifestazioni di attacchi di panico e insonnia in vista dell’approssimarsi del fine settimana». E’ sufficiente questa sola frase a evidenziare quale sia ormai il livello di autentico degrado sociale raggiunto dalla movida notturna che si agita incontrollata nel week-end del centro storico di Rieti, nella zona di Largo Fiordeponti, divenuta ormai un incubo ad occhi aperti per gli abitanti delle vie circostanti, da via della Verdura a via del Burò, passando per le strade più secondarie e strette come via del Forno, via del Porto, vicolo Arco Oscuro e via Arco dei Ciechi. 

Una situazione già ampiamente denunciata da Il Messaggero lo scorso 21 giugno e che però, con il passare dei giorni e l’arrivo delle notti d’estate non è certo migliorata, tutt’altro. Così, stavolta, l’esasperazione dei residenti limitrofi a largo Fiordeponti li ha spinti a mettere nero su bianco i loro disagi, inviando a Prefettura, Questura e al sindaco di Rieti Antonio Cicchetti una petizione firmata a mano da diversi abitanti, per chiedere «che venga stabilito un controllo degli organi di polizia nella zona dalle 10 di sera alle 4 del mattino, con il pattugliamento delle vie interne e limitrofe ai locali della movida», affinché sia «ripristinata la sicurezza e la quiete degli sfortunati abitanti della zona, che non possono essere trattati come cittadini di serie B». Ma che di fatto, in questo momento, lo sono.

Da salotto a pattumiera
Nella petizione, i residenti evidenziano quanto già spiegato a Il Messaggero nei giorni scorsi: «Gli scriventi non vogliono vietare ai giovani di divertirsi, ma esigono che il divertimento di pochi non si trasformi nella violazione dei diritti di molti e nella sofferenza che questa situazione sta provocando in loro». I danni prodotti da una movida che non si accontenta di trascorrere una normale serata in compagnia e al fresco del fiume Velino, infatti, sono facilmente immaginabili: bottiglie vuote e tracce di urina sono all’ordine del giorno, «oltre ad atti vandalici e ad aggressioni di vario genere, non ultimo il deturpamento delle vie e delle aree antistanti le abitazioni private – scrivono i residenti - Dopo le 10 di sera e fino alle 4 del mattino, gruppi di minori si accalcano ubriachi e sotto l’effetto di altre sostanze, provocando schiamazzi ad alta voce, risse e frequenti diverbi tra loro».

Misure anti-Covid violate
Superfluo quindi parlare anche dell’inesistente distanziamento sociale: «Le forze di polizia sono presenti in zona fino alle 22, mentre dopo tale orario la zona è lasciata alle scorribande di soggetti incivili», senza osservare «alcun rispetto delle prescrizioni di sicurezza anti-contagio», scrivono ancora gli abitanti. Un capitolo a parte meritano invece le impalcature piazzate per la ristrutturazione delle facciate dei palazzi a ridosso del polo di Santa Lucia, tra via del Porto e via del Burò. 

Lì, infatti, accade veramente di tutto, senza alcun freno: «Di frequente, gli abitanti delle zone più interne, complice il buio e le impalcature sono costretti ad ascoltare, subendo impotenti, insulti, bestemmie, scene di sesso tra ragazzi che li si appartano» e «che sono soliti orinare nei pressi delle loro abitazioni per tutta la notte». E poi, che fine ha fatto il varco elettronico che il Comune aveva garantito di installare per avviare fino al 30 settembre la mini-ztl tra Largo Fiordeponti e via della Verdura? Da centro storico a pattumiera, il salto ormai è compiuto.
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Il Messaggero