Rieti, è morto Pietro Verga, prefetto di Rieti negli anni del terrorismo

Pietro Verga
RIETI - E’ scomparso a Roma Pietro Verga, ex prefetto di Rieti dal 1978 al 1983, figura che durante la sua lunga carriera ha collezionato importanti incarichi a livello...

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RIETI - E’ scomparso a Roma Pietro Verga, ex prefetto di Rieti dal 1978 al 1983, figura che durante la sua lunga carriera ha collezionato importanti incarichi a livello istituzionale. Capo di gabinetto del ministro dell’Interno Francesco Cossiga, prima che quest’ultimo diventasse presidente della repubblica, poi Alto commissario per la lotta alla mafia sul finire degli anni ’80, nominato cavaliere di Gran Croce, a Rieti Verga visse il periodo del terrorismo che portò allo smantellamento in Sabina del covo delle Unità Combattenti Comunista e di altri movimenti e personaggi legati all’eversione di destra e di sinistra (nel 1985 fu scoperta a Poggio San Lorenzo la villa della mafia di Pippo Calò, uno dei boss di Cosa Nostra), confermando come una parte della provincia, confinante con quella romana, fosse preferita per sfuggire ai controlli romani e per effettuare riunioni operative. In questo contesto, il prefetto scomparso offrì una grande collaborazione ai magistrati chiamati a indagare su più fronti, e alle forze dell’ordine che con carabinieri e Uigos della Questura risultarono particolarmente impegnate. Durante i suoi cinque anni di mandato Pietro Verga affrontò come rappresentante del governo, mediando tra sindacati e aziende decine di incontri a Palazzo Vicentini, la prima grande crisi industriale del Reatino, aperta dagli 895 esuberi della Snia Viscosa (poi diventati cassaintegrati), sfociata alcuni anni più tardi con la revoca dei benefici della Cassa del Mezzogiorno. Durante la permanenza del prefetto scomparso, Rieti ospitò le visite di due presidenti della repubblica, prima Giovanni Leone e poi Sandro Pertini, con quest’ultima che richiamò migliaia di reatini nelle piazze del Comune e Cesare Battisti, fino al Teatro Flavio Vespasiano, e quelle dei presidenti del Consiglio Amintore Fanfani e Giuseppe Cossiga.
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Il Messaggero