RIETI - I muri anneriti, i vetri delle finestre schizzati fino in strada, le serrande accartocciate dal fuoco accatastate nel cortiletto interno in corrispondenza del balcone...
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LE TESTIMONIANZE
Sono in molti, però, a non ricordare distintamente Braulina e Valerio, nipote del vescovo marchigiano Francesco Amadio, che resse la Diocesi reatina dal 14 maggio 1980 al 30 settembre 1989: «Questo palazzo ha cambiato molti inquilini, e loro non erano qui da tanti anni. Ma quando li incontravamo per strada salutavano sempre». Al bar Grillo Verde, però, ricordano bene i due coniugi: «Venivano molto spesso accompagnati dai due bambini, erano nostri clienti. Non abbiamo mai notato atteggiamenti che potessero far immaginare un epilogo del genere. Erano due persone gentili e riservate. Arrivavano, consumavano e andavano via». Una riservatezza familiare, quella di Valerio e sua moglie, che aveva avvolto anche la vita dei due figli, di 7 e 15 anni: «Una volta vidi uno dei due figli andare in bicicletta qui, nel cortile sotto casa - racconta un’anziana, nella palazzina a fianco. - Gli chiesi se fosse nuovo e lui mi rispose di sì. Ma i genitori non li ho mai visti». Qualcuno, invece, ricorda bene di averli sentiti spesso discutere animatamente, in passato. E forse proprio l’ennesima discussione è stata la miccia che ha innescato la notte di follia a Campomoro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero