Rieti, è scomparsa Maria Orlandi, cuoca dei portatori di Sant’Antonio

Maria Orlandi
RIETI - Avrebbe compiuto cent’anni il prossimo agosto Maria Orlandi, una vera istituzione per il quartiere Porta Conca. Si è spenta ieri la persona più...

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RIETI - Avrebbe compiuto cent’anni il prossimo agosto Maria Orlandi, una vera istituzione per il quartiere Porta Conca. Si è spenta ieri la persona più longeva di via Nuova, una di quelle persone intorno alle quali ciascuno nella zona ha un ricordo, un aneddoto, un gesto. Classe 1924, la tenacissima Maria non aveva avuto vita facile: i momenti bui della guerra, i dolori per la morte del marito, della figlia Nella e del giovanissimo nipote Luca, che perse la vita nel 2009 nei crolli del terremoto dell’Aquila.

Una istituzione. Per Rieti, Maria non era solo uno degli ultimi punti di riferimento del centro storico reatino, ma rappresentava anche una memoria storica intorno a usanze, tradizioni e modi di vivere di un tempo che va sbiadendo. Fu lei a ereditare da “Marietta”, l’ultima materassaia, un ruolo cardine nei festeggiamenti antoniani reatini del quartiere che hanno il loro culmine nella domenica della solenne Processione del Ceri di giugno. «Non ho ricordi diversi nella mia vita - diceva Maria - il giorno della processione a casa nostra si cucinava per i portatori, un’abitudine che non è mai venuta meno nonostante i periodi difficili. Si faceva per Sant’Antonio, come segno di devozione, il cibo e le bevande non dovevano mai mancare, per chi portava la statua e per chi preparava le infiorate sulle strade». 
Ealle 10 del mattino del giorno di festa, a chi le chiedeva «Marì, quante caffettiere hai già fatto?», rispondeva che ormai non si potevano più contare. Ma sul tavolo del piano terra del civico 123 di via Nuova c’era veramente di tutto, per chiunque passasse e volesse rifocillarsi, soprattutto se impegnato fin dalle prime ore del mattino nei festeggiamenti dedicati a sant’Antonio. Oltre ad una calorosa e solare accoglienza. Per i portatori della statua professionale, che soprattutto in tempi non propriamente floridi dovevano sopportare con ulteriore fatica il peso di circa un quintale a testa, si preparava il banchetto più corposo e nutriente: supplì, animelle, agnello, fettuccine al ragù, fettine panate e crostate per tutti. 


«Mamma era la più anziana del quartiere – racconta il figlio Nello - ha cucinato per i portatori fino alla pandemia, ben oltre i novant’anni. E la nostra casa era un punto fermo della zona anche per chi volesse prendere un caffè o fare soltanto due chiacchiere». I funerali di Maria si terranno oggi alle 14.30 nella basilica di Sant’Agostino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero