Rieti, Aurora Tognetti continua a conquistare medaglie: «Rotta sulle Olimpaidi di Tokyo»

Aurora Tognetti
RIETI - Ha la mano sinistra fasciata a causa di un infortunio che teme potrebbe comprometterle la partecipazione alla staffetta dei prossimi mondiali Seniores di pentathlon...

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RIETI - Ha la mano sinistra fasciata a causa di un infortunio che teme potrebbe comprometterle la partecipazione alla staffetta dei prossimi mondiali Seniores di pentathlon moderno in programma al Cairo, in Egitto, dal 21 al 29 agosto, gli stessi per i quali si sta preparando la nazionale italiana in ritiro a Rieti questi giorni. Aurora Tognetti ha raggiunto i compagni di maglia azzurra in città per allenarsi e festeggiare il titolo di vice-campionessa mondiale conquistato la scorsa settimana grazie all'argento individuale vinto in Ungheria ai Mondiali Junior di Szekesfehervar, insieme all'oro di squadra con le compagne Irene Prampolini ed Elena Micheli (romana ma con radici paterne a Cantalice) e l'argento nella staffetta di nuovo in coppia con la Prampolini. Il timbro della voce, la dolcezza e la sensibilità sono quelli caratteristici di casa Tognetti, lo stesso marchio di fabbrica che condivide con la sorella Francesca: le Tognetti sisters sono ormai il brand riconosciuto del pentathlon moderno italiano.


 

BINOMIO INSCINDIBILE

«La vittoria ai Mondiali è stata una conquista inaspettata perché non venivo da un periodo bellissimo sia dal punto di vista fisico che psicologico - racconta Aurora - Ho fatto soltanto un mese di allenamento prima del Mondiale, impegnata fra i tre mesi di corso per l'arruolamento nell'Arma dei Carabinieri (per lei e la sorella Francesca si sono spalancate le porte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri, ndr) e l'impegno scolastico al liceo Scientifico di Passo Corese. I risultati a scuola mi hanno scoraggiato, anche se poi alla fine ho ritrovato le forze».

Quando smise improvvisamente gli allenamenti di pentathlon, l'aneddoto raccontato per lei dalla sorella Francesca ricompare nel racconto di Aurora: «Sì, c'è stato un momento in cui ho pensato di smettere, ma mia mamma mi portava lo stesso agli allenamenti: aveva capito che ero fatta per lo sport e mi costringeva ad allenarmi. Per questo devo ringraziarla. Poi, piano piano, ho cominciato a fare risultati sempre migliori. A sette anni avevo già vinto la mia prima gara».
 

Inutile negarlo, al pentathlon Aurora c'è arrivata via Francesca: «L'ho sempre seguita perché ha iniziato prima di me. Mi ha ispirato e guidato. Ho iniziato il nuoto, poi la corsa che mi piace moltissimo: alla fine, aggiungendo gli sport, sono entrata in nazionale e ho avuto la fortuna di gareggiare insieme a Francesca. Ho fatto tante gare con lei, quasi tutte: Francesca eccelle nelle discipline tecniche, io in quelle fisiche. Ci incoraggiamo una con l'altra: ogni volta, prima della gara aspetto un suo messaggio. Ho un problema a gareggiare se non arriva, stessa cosa lei.  E' un supporto che deve esserci a vicenda».
 

A 19 anni da compiere a settembre, Aurora stravince nella sua categoria e gareggia già in quella superiore: «Mi sono sempre allenata con i più grandi, sto bene insieme a loro. Spero di riuscire ad essere in staffetta al Cairo, ma da adesso in poi ciò che conta più di tutto sono le Olimpiadi di Tokyo 2020: le altre saranno tutte gare di passaggio, se andranno bene meglio, altrimenti pazienza. D'altronde, ad oggi, con 27 medaglie fra Europei e Mondiali posso dire di essere soddisfatta».

 

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Il Messaggero