RIETI - Una l'amava da morire, dell'altra, ugualmente, non poteva farne a meno, ma non voleva perdere né Anna, né Brigit (nomi di fantasia). A quale delle...
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LA SCOPERTA
E' stato sufficiente controllare il suo stato civile, procedere a un incrocio di dati non appena sono insorti i primi sospetti e la verità è saltata fuori: il reatino risultava essere convolato a nozze due volte, a marzo e a dicembre 2015, senza che si fosse mai separato da Anna per sposare dopo Brigit, quest'ultima da considerare la vera moglie ingannata poiché il codice penale, all'articolo 556, parla chiaro: chi è legato a un matrimonio avente effetti civili, ne contrae un altro che produce gli stessi effetti, è colpevole di bigamia. Il procedimento penale è scattato d'ufficio (non è necessaria la querela di parte) e la procura, citando a giudizio il collezionista di matrimoni, ha provveduto a contestargli anche l'aggravante di aver tratto in inganno la moglie scozzese. In questo caso, la pena prevista, da uno a cinque anni, risulta aumentata. Al processo, fissato davanti al giudice monocratico Carlo Sabatini, il bigamo però non si è presentato e la difesa è stata assunta dall'avvocata Antonietta Parrella che, peraltro, non ha ancora potuto incontrare il suo cliente. Quanto meno per studiare insieme a lui una linea da opporre all'accusa ed evitare la condanna. Neppure Anna e Brigit sono comparse e non risultano parti offese, il dubbio è che magari non sappiano niente del processo. Resta sconosciuto il luogo dove oggi vive il bigamo: nel Reatino o in Scozia? Non è stato possibile rintracciarlo e il giudice ha disposto la sospensione del procedimento per 12 mesi, sperando la prossima volta di poterlo interrogare. E fargli dire, magari, con quale delle due mogli vuole vivere per tutta la vita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero