Atletica d’oro e il sogno del RietiMeeting che non ci sarà

Asafa Powell e il record del mondo sui 100 nel 2007 a Rieti
RIETI - Il sogno più bello è quello che non c’è più. Il sogno di un pomeriggio di fine estate, che ha accompagnato Rieti e i reatini dal 1971 al...

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RIETI - Il sogno più bello è quello che non c’è più. Il sogno di un pomeriggio di fine estate, che ha accompagnato Rieti e i reatini dal 1971 al 2015. Quel sogno si chiamava Meeting di Rieti e mai come quest’anno ai reatini manca da morire. Fosse esistito ancora Rietimeeting, mentre suonava l’inno di Mameli per Jacobs o Tamberi, per la Palmisano o per Stano o mentre gli inglesi gridavano “Not Italy again” sullo sprint di Tortu nella 4x100, i reatini sarebbero stati lì a pensare che appena un mese dopo quegli atleti li avrebbero visti dal vivo al Guidobaldi. Già, perché la forza di Rieetimeeting e, soprattutto di papà Sandro Giovannelli, è sempre stata quella di rendere “umani” gli eroi, consentendo ai reatini di toccarli. È stato così dalla prima edizione, col boom del 1987 quando, complici i mondiali di atletica a Roma, Giovannelli portò al Guidobaldi Ben Johnson, Carl Lewis e Stefka Kostadinova, solo per far 3 nomi a caso. E negli anni a venire Sergej Bubka, Irina Privalova, Nourredine Morceli, Moses Kiptanui, Michael Johnson e Asafa Powell per quel record mondiale dei 100 metri che fece a Rieti capitale mondiale dell’atletica.

I sette record mondiali


I ricordi si accavallano, i 7 record mondiali scorrono davanti agli occhi e si comincia con sogni e rimpianti: che Meeting avrebbe messo su Giovannelli nell’anno d’oro dell’atletica italiana? Jacobs che sfoggia la sua medaglia sul rettilineo che fu di Powell, concedendo a Rieti la rivincita a Kerley e DeGrasse, che gli sono finiti dietro a Tokyo, prima di correre ad Amatrice per gustare la vera amatriciana. Oppure la 4x100 inglese che scende in riva al Velino per provare a battere l’Italia a casa sua. O Tamberi e Barshim che vengono a fare lo spareggio da vecchi amici sulla pedana davanti alla foto di Andrea Milardi. E chissà che non si sarebbe trovato il modo di fare anche una marcia in un circuito tra le bellezze della Piana reatina. Si sogna, ma poi si pensa anche alla realtà di ogni anno: stucchevoli polemiche tra politici e organizzatori, sponsor latitanti, fantomatici vip a caccia di biglietti gratuiti e reatini spesso troppo freddi perché «ma chi li conosce issi», frase che rimbalzava ogni volta che non compariva la stella di turno. E Giovannelli a lanciare allarmi, a chiedere aiuto, a dire che da solo non ce la faceva più. Serviva un sostegno ad alto livello, servivano prima di tutto umiltà e lungimiranza, qualità che chi ha amministrato Rieti negli ultimi 30-40 anni raramente ha avuto. Quest’anno sarebbero stati 50 anni di Rietimeeting, mezzo secolo da celebrare col botto. Quel sogno di fine estate resterà tale, ma stavolta non sognare fa un po’ più male.

 

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Il Messaggero