Rieti, a Leonessa “La Fenice” va in scena con “Lu Tuturu Rusciu”

Rieti, a Leonessa “La Fenice” va in scena con “Lu Tuturu Rusciu”
RIETI –  A Leonessa, l’associazione culturale La Fenice sta per tornare in scena con un nuovo spettacolo, intitolato “Lu Tuturu Rusciu”. La commedia,...

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RIETI –  A Leonessa, l’associazione culturale La Fenice sta per tornare in scena con un nuovo spettacolo, intitolato “Lu Tuturu Rusciu”. La commedia, in 2 atti e recitata in vernacolo leonessano, nasce dalla penna di Alberto Rauco e avrà luogo il 4 e il 5 gennaio alle ore 21, mentre il 14 gennaio alle ore 17. Per i ragazzi dell’associazione, che si esibiranno presso il teatro parrocchiale, si tratta della seconda rappresentazione, dopo il grande successo di “A nove non c’ariva più niciunu”, inscenato nel 2016. Il tema centrale nella vicenda è costituito dall’interferenza delle suocere che, spesso e volentieri, può portare al disfacimento di un neonato nucleo familiare, mentre il titolo “Lu Tuturu Rusciu” simoboleggia la tradizione leonessana secondo la quale chi ha la fortuna di "spogliare" il raro granturco rosso ha l’obbligo di baciare la persona che gli piace.


Parla a nome di tutta l’associazione la suggeritrice Alessandra Battisti: «La Fenice cerca al tempo stesso di riscoprire i costumi e le tradizioni della nostra terra e di soddisfare le richieste della comunità, collaborando con associazioni benefiche ed impegnandosi nella realizzazione di letture poetiche, eventi musicali e sportivi. La commedia dello scorso anno ci ha permesso di scoprire alcuni talenti che, poi, hanno voluto tornare sul palco per un secondo spettacolo. In questa commedia, dove ci sono delle novità tra gli attori rispetto alla precedente rappresentazione, credo che il nostro punto forte sia la caratterizzazione dei personaggi, infatti, gli interpreti sono dotati di una buona gestualità e sono in grado di muoversi sul palco in maniera disinvolta. L’associazione è composta da ragazzi ma la commedia è rivolta ad un pubblico più ampio, dal momento che costituisce, per i più grandi, la possibilità di rituffarsi con entusiasmo nel passato, nella giovinezza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero