Rieti, il killer a Roma che abitava in un rudere nel Reatino / I video

Valleverde (video di Enrico Meloccaro)
RIETI - Viveva in una casa senza luce e senza acqua, nella parte bassa del comprensorio Valleverde. Una sorta di rudere. Con ogni probabilità, ieri mattina è partito...

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RIETI - Viveva in una casa senza luce e senza acqua, nella parte bassa del comprensorio Valleverde. Una sorta di rudere. Con ogni probabilità, ieri mattina è partito all’alba, un’ora e mezzo di viaggio, per raggiungere Colle Salario Fidene, nel quadrante nordorientale di Roma, dove ha sparato uccidendo tre donne e ferendo altre quattro persone.

Claudio Campiti, 57 anni, viveva nel comprensorio Valleverde, sotto la frazione di Stipes, ad Ascrea, da sei anni. Le vittime, tutte collegate al consorzio Valleverde, ieri in assemblea a Roma, Sabina, Elisabetta e Nicoletta, le conosceva, ma ha sparato a chiunque capitasse a tiro. Ricostruendo dalle frasi deliranti scritte sul blog, forse i suoi reali obiettivi erano altri.
Nel comprensorio, in questi mesi, non vi abita quasi nessuno. La struttura scheletrica della sua dimora è in fondo, lontana da tutti. Antenna parabolica in alto, qualche mobile in una parte visibile, un altro spazio chiuso. Un’auto di grossa cilindrata parcheggiata fuori.
Campiti era conosciuto ad Ascrea come una persona particolare, ma più per “nomea” che fisicamente. In paese - distante una quindicina di chilometri da Valleverde - di persona lo conoscevano in pochi.

«Non dava confidenza a nessuno - ricorda Paola Angelucci. - Rispondeva al saluto, ma in pochi lo conoscevano. Le frasi deliranti e credo immotivate che scriveva sul blog erano note». «Un tipo strano e da evitare sì - aggiunge Catia Ansuini, romana, ma di casa ad Ascrea - ma da qui a compiere una strage ce ne corre». Lo striscione “Consorzio raus” campeggia sull’abitazione. «Tra un paio di anni - spiega il sindaco di Ascrea, Riccardo Nini - il consorzio dovrebbe essere sciolto e Valleverde diventerà a tutti gli effetti una frazione di Ascrea». Nelle salite e discese di Valleverde, ieri, regnava il silenzio. «Discussioni e critiche c’erano da parte di quell’uomo - conclude Claudio S. - ma pensare che fosse un assassino no, nessuno lo immaginava».

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Il Messaggero