Rieti, nuova etichetta sui prodotti del latte: si accende la speranza per rilanciare comparto e occupazione

Il convegno organizzato dalla Centrale del latte di Rieti
RIETI - Un’etichetta per la trasparenza. Un’etichetta per capire che tipo di latte si sta acquistando: da quale zona, paese o nazione europea proviene, chi l’ha...

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RIETI - Un’etichetta per la trasparenza. Un’etichetta per capire che tipo di latte si sta acquistando: da quale zona, paese o nazione europea proviene, chi l’ha prodotto, il grado di freschezza, la qualità della «materia prima». Un’etichetta per tutelare il «made in Italy» e il consumatore, la sua richiesta di sapere chi produce il latte e da quale zona, il grado di qualità che mette sulla propria tavola.


Risponde a queste finalità il decreto sull’etichettatura dei prodotti alimentari a base di latte, firmato dai ministri Martina e Calenda. Il decreto, nei fatti, estende l’obbligatorietà di riportare in etichetta l’origine del latte utilizzato anche per tutte le altre tipologie di latte, diverse da quello fresco (per il quale era già previsto fin dal 2003), quali l’Uht, l’alto pastorizzato, il microfiltrato e per tutti i prodotti caseari. Per le aziende italiane - in provincia la Centrale del latte di Rieti di Marco Lorenzoni - sarà il giusto riconoscimento ai prodotti che rappresentano un’eccellenza a livello mondiale.

«Un riconoscimento in grado di avere - spiega Lorenzoni - importanti ricadute a livello locale anche sul fronte della crescita delle aziende e il ritorno occupazionale. Potrebbe essere la più importante opportunità per salvare un intero comparto, quello zootecnico/alimentare italiano che da anni soffre di una profonda crisi. Ma perché questo si avveri, bisogna che il consumatore sia informato, conosca il decreto, quello che riporteranno le etichette e, quindi, al momento dell’acquisto sia in grado di scegliere consapevolmente». Il decreto rispecchia quella che fin qui è sempre stata la politica aziendale della Centrale del latte di Rieti: comunicare ai propri consumatori l’utilizzo esclusivo di latte locale per ogni produzione a proprio marchio.

«Per questo - spiega ancora Lorenzoni - abbiamo accolto con entusiasmo la promulgazione del decreto che renderà obbligatoria l’indicazione dell’origine della materia prima utilizzata per tutti coloro che desiderino commercializzare i propri prodotti nel nostro paese, mettendo finalmente in grado il consumatore finale, di compiere un acquisto consapevole all’insegna della trasparenza. L’importante però è far giungere un chiaro quanto costante flusso di informazioni ai consumatori, onde evitare di correre il rischio che, nel futuro, si possa tornare indietro».


Il decreto infatti è stato approvato in «via sperimentale” per due anni, in attesa di verificare se l’obbligatorietà di riportare tale informazione in etichetta, sia ritenuta importante dai consumatori. Questo dato, si evincerà solo se il consumatore finale orienterà maggiormente le proprie scelte verso un prodotto locale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero