Due studenti dello Jucci ospiti dell'ambasciata yemenita: «Bella esperienza». Foto

Un momento dell'incontro
RIETI - In occasione della prima visita ufficiale del ministro degli esteri yemenita a Roma, è stato invitato all’ambasciata a Roma il liceo scientifico C. Jucci,...

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RIETI - In occasione della prima visita ufficiale del ministro degli esteri yemenita a Roma, è stato invitato all’ambasciata a Roma il liceo scientifico C. Jucci, nella persona della professoressa Tiberi responsabile e referente del progetto Diplomacy education e in quella di due alunni che nello scorso anno scolastico hanno partecipato al progetto, rappresentando appunto lo Yemen.

È successo il 6 dicembre scorso a Chiara Colasanti e Andrea Ambrosi dell'attuale 4D, accompagnati dalle professoresse Tiberi e Messina e assistiti dai tutor di Global Action che hanno selezionato il progetto e facilitato i rapporti con l'ambasciata

«Ci hanno accolto calorosamente, facendoci accomodare all’interno della sala per gli ospiti e offrendoci the e biscotti Yemeniti. Lì abbiamo conosciuto di persona l’ambasciatrice Asmahan Abdulhameed Al-Toqi, precedentemente incontrata durante gli incontri online» dice Chiara Colasanti.

«Si è aggiunto all’incontro il ministro degli Esteri Bin Mubarak e con lui abbiamo parlato dei rapporti tra lo Yemen e l’Italia, i valori condivisi tra i due paesi, la situazione attuale dello Yemen; ha poi ipotizzato uno scambio culturale tra studenti, ci ha parlato delle principali attrattive yemenite come le città di San’a’ e Marib, e della cultura yemenita spesso dimenticata a causa della guerra civile» continua Andrea Ambrosi.

«Il ministro ci ha raccontato della sua carriera, dei suoi studi e del suo desiderio di cambiare le cose che lo ha spinto a intraprendere la carriera politica» aggiunge Chiara.

I ragazzi, entusiasti, hanno poi riferito di aver ricevuto dei diplomi per il progetto di diplomacy education e un gadget simbolo dello Yemen (un piccolo coltello ricamato), in segno di ringraziamento per l’impegno dimostrato nel corso del progetto stesso.

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Il Messaggero