Its a prova di crisi: l’80% trova lavoro entro un anno. De Angelis: «Ci crediamo e abbiamo investito su quattro Istituti»

Francesco De Angelis
RIETI - «Its a prova di crisi, con l’80% dei ragazzi che trova lavoro entro un anno dal termine del percorso di studi, come confermato dal monitoraggio Indire 2022....

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RIETI - «Its a prova di crisi, con l’80% dei ragazzi che trova lavoro entro un anno dal termine del percorso di studi, come confermato dal monitoraggio Indire 2022. È un risultato importante, oltre che una sfida per il nostro futuro, soprattutto se si considera che gli Istituti Tecnici Superiori, che oggi vantano il titolo di Academy, sono la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante».

A sottolinearlo il presidente del Consorzio Industriale del Lazio, Francesco De Angelis, che ha puntato molto sugli Its. Sono quattro infatti, ad oggi, gli Istituti di cui è socio il Consorzio.

In particolare la Fondazione “Its Academy Logistica 4.0”, con sede a Fara in Sabina, in provincia di Rieti; il Meccatronico del Lazio, nato dall’esigenza di alcune imprese del territorio di Frosinone e del basso Lazio di rafforzare la formazione tecnico-specialistica in ambito meccanico e meccatronico; l’Its per le nuove tecnologie per il made in Italy, per quel che concerne il sistema agroalimentare di Rieti e l’Its Caboto, per la tecnologia del mare e che ha sede a Gaeta.

«Investire sugli Istituti Tecnici Superiori, come stiamo facendo noi con il Consorzio Industriale del Lazio – aggiunge il presidente De Angelis – significa rivolgere lo sguardo verso il futuro con grande lungimiranza. Perché protagonisti sono i giovani che per la prima volta si affacciano al mondo del lavoro e perché il modus operandi è quello di un’azione strategica per far sì che domanda e offerta di lavori si incastrino alla perfezione, in maniera tale da arrivare a quelle percentuali evidenziate dal rapporto Indire 2022, che naturalmente puntiamo a migliorare sempre di più».

Il presidente De Angelis sottolinea infatti come sia necessario continuare su questa direzione, arrivando magari ai risultati di altri Paesi che hanno cominciato questo tipo di percorso già da molto tempo.

«In Italia quello degli Its è ancora un percorso molto di nicchia e gli studenti coinvolti sono poco più di ventimila. Non sono certamente un numero esiguo, ma diventano pochi se paragonati agli oltre trecentomila registrati in Francia e addirittura ottocentomila in Germania. Ecco, l’idea è quella di proseguire con questi percorsi formativi, in maniera tale che al termine di essi i ragazzi possano avere in tasca un contratto di impiego. Una formula vincente, non soltanto perché il cuore dell’attività è sul campo, con stage e tirocini aziendali, ma anche perché le lezioni sono sempre di più all’avanguardia, con lo studio di tutte quelle nuove tecnologie che fanno la differenza quando ci si affaccia al mondo del lavoro. Investire sui giovani significa investire sul futuro di questo Paese».

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Il Messaggero