Rieti, ragazza morì in un incidente nel 2019: indagato per omicidio stradale un uomo di Antrodoco che era con lei

L'incidente
RIETI - Svolta nell’inchiesta aperta dopo la morte di Cecilia Marottoli, studentessa 23enne aquilana, volontaria della Croce Rossa, morta nel luglio 2019 a seguito di un...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI - Svolta nell’inchiesta aperta dopo la morte di Cecilia Marottoli, studentessa 23enne aquilana, volontaria della Croce Rossa, morta nel luglio 2019 a seguito di un incidente stradale nel Reatino, a Rocca di Corno, tra Cascina e Antrodoco, nel ribaltamento di un fuoristrada, una Toyota Land Cruiser: indagato per omicidio stradale il 34enne Francesco Serani, nato a Rieti e residente ad Antrodoco, che era con lei al momento dell’incidente. L’ipotesi di reato - i legali di fiducia della famiglia della ragazza deceduta sono Maria Teresa Di Rocco e Antonio Valentini - ha portato il pubblico ministero a prevedere, una alternativa di colpevolezza per il giovane.

La dinamica. L’incidente avvenne in una zona sterrata, nel tratto tra Rocca di Corno e Piano della Mozza. Inizialmente finì sotto accusa la velocità del conducente nell’affrontare un tratto in discesa, con pendenza tra 10 e 12%. Il fuoristrada non solo non era stato revisionato, ma fu riscontrata una modifica in assenza del nullaosta della casa costruttrice. Particolare che non è sfuggito ai due legali del foro dell’Aquila, che hanno sollevato sul punto una negligenza del ragazzo. Aderendo alle tesi dei due legali, il pm titolare del fascicolo, nella chiusura delle indagini preliminari, ha ipotizzato due strade: l’una che il veicolo fosse condotto dall’indagato, l’altra dalla vittima, come sostenuto dallo stesso giovane e dai carabinieri. Sul punto non c’è certezza assoluta. Un’alternativa, appunto, che pone di fatto Serani ugualmente responsabile della morte della sua amica, in quanto non le avrebbe potuto e dovuto far guidare un mezzo modificato, perché inesperta, del tratto di strada sterrata e impervio che in quel momento si stava percorrendo, per di più con un fuoristrada non revisionato.


Dito puntato dall’accusa sull’installazione di pneumatici più grandi rispetto al documento di circolazione, sull’assetto modificato attraverso un kit che lo ha reso più alto da terra. Anche il motore era stato sovra-alimentato. Chi era alla guida ha poi perso il controllo e il fuoristrada, dopo un salto di circa 13 metri, atterrò al suolo per poi compiere una rotazione, terminando infine la corsa capovolto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero