Rieti, nel maggio 1995 a poca distanza dal "Ciuffelli" perse la vita Rosario Broccoletti

L'incidente del 1995
RIETI - L’incidente aereo che è costato la vita all’ex procuratore Ugo Paolillo, ha fatto tornare alla mente un’altra tragedia in cui, nel 1995,...

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RIETI - L’incidente aereo che è costato la vita all’ex procuratore Ugo Paolillo, ha fatto tornare alla mente un’altra tragedia in cui, nel 1995, morì il vicecomandante dei vigili urbani di Rieti, Rosario Broccoletti, precipitato mentre ai comandi di un Cessna 305 stava trainando in quota un aliante e il suo pilota. Era il 10 maggio 1995 quando il velivolo del maggiore, destinato a succedere alla guida della polizia municipale al comandante Alfredo Trinchi, prossimo al congedo, si schiantò al suolo a poche centinaia di metri dalla recinzione del Ciuffelli, in località Basso Cottano, a neppure un chilometro di distanza in linea d’aria dal luogo dove è caduto martedì il moto-aliante di Paolillo. Anche nel caso di Broccoletti, l’incidente si verificò subito dopo il decollo.

La dinamica. I testimoni che videro il Cessna precipitare parlarono di «un disperato tentativo del pilota di effettuare un atterraggio di fortuna», ma la manovra non riuscì e l’aereo si schiantò in un campo limitrofo a via Rosatelli, che costeggia l’aeroporto. Il volovelista, impegnato in uno stage del Club Centrale di volo a vela, fece in tempo a sganciare il cavo che lo teneva legato al mezzo del trainatore, «perché mi resi conto che qualcosa non andava quando il trainatore ha virato improvvisamente a sinistra», furono le sue dichiarazioni alla squadra mobile, e a far rientro all’aeroporto atterrando senza conseguenze. L’indagine avviata dalla procura e dall’autorità aeronautica prese in considerazione diverse ipotesi, dall’errore umano al malfunzionamento del motore, per finire a un malore del pilota. Alla fine prevalse la prima tesi (la conclusione però non trovò d’accordo i familiari e i loro consulenti), perché le perizie affidate ai tecnici sui rottami del Cessna, sottoposto a una regolare manutenzione, esclusero problemi di funzionamento delle parti meccaniche, e anche dall’autopsia, eseguita dal medico legale incaricato dal magistrato, non emersero elementi riconducibili a un improvviso malessere di Broccoletti. La tragedia, in sostanza, fu attribuita a un errore umano, causato da una possibile distrazione del pilota, ritenuto tra i più esperti trainatori del Ciuffelli. Sulla base di questa conclusione, nel 1996, il Gip Stefano Venturini, su richiesta del procuratore Gaetano La Sala, archiviò l’inchiesta che prosciolse dall’accusa di omicidio colposo il volovelista e un tecnico del Ciuffelli.

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Il Messaggero