Rieti, fumo e fiamme in casa: un giovane ivoriano porta in salvo una donna. Il suo racconto

Prince Kennedy
RIETI - Il viaggio in barcone durato tre mesi, dalla Costa d’Avorio a Lampedusa, meglio non raccontarlo. «Meglio, sì. Perché quello che i miei occhi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI - Il viaggio in barcone durato tre mesi, dalla Costa d’Avorio a Lampedusa, meglio non raccontarlo. «Meglio, sì. Perché quello che i miei occhi hanno visto, la bocca non riesce a dirlo». Ma ora racconta una storia bella. Prince Kennedy ha 33 anni, è arrivato in Italia come rifugiato nel 2016, a causa della guerra che affligge il suo Paese. Lì ha lasciato mamma e sorella, oltre alle sue origini e ai ricordi di una vita. «Mi hanno portato via da Lampedusa che stavo malissimo per un’esperienza terribile, ero traumatizzato, disidratato. Poi sono arrivato direttamente a Rieti tramite i progetti di accoglienza e ho iniziato a lavorare subito».

Il racconto. Prince abita a Lugnano e oggi è impiegato in un’azienda che si occupa di montaggio mobili: «Sia con il titolare che con i colleghi mi trovo benissimo, anche se negli anni gli episodi di razzismo non sono mancati. Non so quante volte mi hanno detto di tornarmene a casa mia».
Giovedì scorso, intorno alle 6, Prince viene svegliato da un’esplosione: «Pensavo a una festa, ma che festa poteva essere a quell’ora del mattino? Poi ne ho sentito un’altra e mi sono allarmato». Prince vede fiamme e fumo che escono da una vicina abitazione, sa che lì dentro abita una signora molto anziana che vive sola. «Mi sono avvicinato alla casa e ho sentito i suoi lamenti e le sue urla, erano così disperate che ero convinto stesse morendo. Così sono tornato a casa, ho intriso d’acqua una coperta e me la sono messa sulle spalle per entrare a casa sua».
Prince si fa strada nel fumo e riesce a individuare la terrorizzata ottantanovenne, per poi condurla all’esterno: «Non ero mai stato nella sua abitazione, era buio e non sapevo dove andare, ho cercato di fare la strada a ritroso. Era impaurita e gridava, l’ho presa per mano e coprendoci con la coperta bagnata, piano piano, siamo usciti. Solo fuori mi sono accorto che la signora aveva il naso talmente nero che sembrava verniciato, era sotto choc».

Il soccorso. Uscendo di corsa, Prince aveva lasciato il cellulare in casa, così per non lasciare sola la signora inizia a chiedere aiuto con la voce: «Ho strillato e suonato a tutte le porte finché qualcuno ha chiamato i soccorsi e sono arrivati carabinieri e i vigili del fuoco». Una storia a lieto fine, che sta strappando a Prince qualche bel sorriso. «Mi sono arrivati tanti messaggi, gli affettuosi ringraziamenti della famiglia della signora. E mi ha fatto tanto piacere trovare dei bigliettini sulla macchina, credo siano fatti anche da qualche bambino».


Sul retro qualcuno ha disegnato un koala, davanti c’è scritto «Grazie per quello che hai fatto, sei un eroe». Prince sorride stupito, a tratti divertito da tanto clamore: «L’importante è che sia andato tutto bene. No, non mi sento affatto un eroe, penso di aver fatto solo il mio dovere, quello che ogni persona avrebbe fatto per aiutare chi è in pericolo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero