Rieti, il vescovo chiude il Convegno pastorale: «Rinnovarsi e uscire dall'isolamento»

Il vescovo Pompili
RIETI - Tempo di abbracci e bilanci all'incontro pastorale di...

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RIETI - Tempo di abbracci e bilanci all'incontro pastorale di Contigliano. Intensa e partecipata la conclusione della tre giorni diocesana «In cammino al passo dei giovani». Dopo il venerdì e il sabato dedicati a «osservare» e «ascoltare», la domenica è stata incentrata sul verbo «cambiare». Cambiamento come apertura verso nuove prospettive, spalancando le porte a nuovi stimoli e cogliendo spunti trasversali per ogni generazione, con attenzione a quelle più verdi. Il pomeriggio si è aperto sui prossimi progetti diocesani, tra cui «La valle del primo presepe», serie di iniziative laiche e religiose come richiamo turistico territoriale e senza perdere di vista il messaggio francescano che ha radici storiche e spirituali nei nostri luoghi. A seguire la parola ai responsabili delle tre aree pastorali della diocesi, padre Mariano Pappalardo, padre Ezio Casella e don Fabrizio Borrello. Ciascuno per i propri settori di competenza, i tre sacerdoti hanno tirato le fila del lavoro e illustrato gli obiettivi. Prima della celebrazione, le conclusioni e indicazioni pastorali del «padrone di casa», il vescovo Pompili (nella foto). Un intervento sentito e applaudito il suo, studiato con testa e cuore, come è nel suo stile. I ragazzi al centro dell'attenzione della sua Chiesa. «Mostrano diffidenza verso di noi, ma hanno solo bisogno di essere raggiunti, di capire che siamo ingaggiati per aiutarli». Il vescovo prende in prestito tre principi dalla visita di Papa Francesco in Colombia, e li fa suoi: «Andare all'essenziale, rinnovarsi, coinvolgersi». Occorre rispondere alle domande dei nostri figli, anche quelle scomode e imbarazzanti. Occorre rinnovarsi facendo le cose di sempre con spirito nuovo. Occorre mettersi in gioco sporcandosi le mani e uscendo dall'isolamento. L'appello finale del vescovo prende spunto da Adriano Celentano: «Non bisogna inseguire i giovani alla loro iper velocità, e non bisogna essere neppure lenti. Ci è chiesto di essere solidi, affidabili, consapevoli: rock». Proprio la chiave che ha usato lui dal principio, alla guida della diocesi. In ascolto ed al fianco dei sacerdoti «vecchia maniera», al passo con quelli giovani. Accanto ai ragazzi, attento agli anziani. Un vescovo rock.
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Il Messaggero