Rieti, il Green pass non arriva: niente treno per l'avvocato reatino vaccinato ma costretto all'auto privata

Green pass (Archivio)
RIETI - Sul Freccia Rossa non è potuto salire perché Trenitalia lo consente solo a chi è in possesso del Green pass oppure di un certificato che attesti...

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RIETI - Sul Freccia Rossa non è potuto salire perché Trenitalia lo consente solo a chi è in possesso del Green pass oppure di un certificato che attesti l’esenzione dall’obbligo vaccinale. Neanche ha potuto utilizzare altri treni a lunga percorrenza, come l’Intercity, dove valgono le stesse regole. L’avvocato Francesco Colapaoli, ieri mattina, è stato così costretto a partire con l’auto privata per Lecco, dove era atteso da un processo in tribunale, per il quale non ha potuto delegare un collega del foro lariano a sostituirlo. «Si tratta dell’udienza finale, fissata da tempo dal giudice, dedicata alla discussione di una causa agraria, e per rispettare il mandato che il mio cliente mi ha conferito, non potevo mandare sostituti», ha spiegato il legale, al centro di una vicenda grottesca che ha denunciato anche ai carabinieri.

I passaggi
Da oltre due mesi, l’avvocato ha completato il ciclo vaccinale e, quindi, avrebbe diritto a ottenere la certificazione, sempre più indispensabile per spostamenti e lavoro. Ma, a oggi, né la Regione, né la Asl, gli hanno mai inviato il Green pass (nella foto d’Archivio), e neppure hanno mai risposto alle numerose richieste inoltrate dall’avvocato ai diversi numeri messi a disposizione dei cittadini dai due enti per segnalazioni e informazioni, come anche i solleciti inoltrati con posta elettronica certificata non hanno avuto miglior sorte. Silenzio totale, almeno fino a ieri sera, quasi a voler far spallucce di fronte a un diritto legittimo rivendicato dal professionista che dell’attestato ha bisogno per la sua attività. Solo la prefettura, interessata da Colapaoli, ha cercato di risolvere il problema, ma senza riuscirci.

Le prospettive


Il risultato? L’avvocato, che nell’associazione di categoria Aiga riveste un ruolo al vertice della Fondazione Bucciarelli, non si arrende: «C’è un esposto nel quale fornisco tutti i dettagli di questa storia assurda, spero che si faccia chiarezza e questo anche nell’interesse di altri che, come me, si trovano o potranno trovarsi nell’identica situazione».

 

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Il Messaggero